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Ajazzone svela: «Cassano era ingestibile, Ferrero ha le palle»

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L’ex Team Manager della Sampdoria Ajazzone ricorda i tempi in blucerchiato: «Con Mihajlovic eravamo amici. Icardi? Fu giusto cederlo»

Ha lavorato per 40 anni alla Sampdoria: se non è un record di longevità nel mondo del calcio, poco ci manca. Giorgio Ajazzone, da quando ha iniziato a lavorare per il club blucerchiato – 1978 – ne ha viste di tutti i colori, e ha deciso di raccontare un po’ delle sue esperienze: «Quando ho iniziato eravamo in 6, ora lavorano in 50 alla Samp. Ora è completamente diverso. C’è il marketing, tanti nuovi settori, è tutto decisamente più complicato, e ci sono anche tante nuove esigenze. I calciatori però no, non sono cambiati, si comportano più o meno allo stesso modo. Ci sono quelli che sono brave persone – ha raccontato in esclusiva a Calciomercato.com –, e quelli che lo sono meno. Ma generalmente, datemi retta, sono ragazzi buoni».

Tanti giocatori hanno lasciato buoni ricordi, al di là dei propri meriti in campo: «Cassano, Mirante, Accardi, Palombo, Gastaldello: vi posso assicurare che erano legati ai tifosi. A proposito di Cassano, lui è certamente il più particolare che ho incontrato. Ho raccontato un aneddoto di quando era arrivato a Genova, la prima volta che lo vedevo. Mi chiese in prestito il cellulare e mandò un messaggio assurdo a tutta la rubrica. La testa è sempre stata un po’ particolare, ed è stato anche il più difficile da gestire, senza dubbio: Ci voleva pazienza».

Si torna dunque con la mente all’anno della retrocessione: «Non so ancora cosa sia successo. La squadra c’era, non era una formazione da Serie B. Poi però si è verificata una serie di coincidenze e di situazioni che ti hanno portato alla retrocessione. Ti ritrovi ultimo, impantanato, ne perdi 4 o 5 in casa quando invece sarebbe bastato vincere con squadre alla portata. Cavasin? Non aveva lavorato male, in quel momento però non è bastato. La cessione di Palombo? Non successe nulla di strano: Angelo voleva provare l’esperienza all’Inter, Gastaldello ha ereditato la fascia ed è stato un bene, era uno che ci metteva il cuore».

Un pensiero anche alla cessione di Icardi, che alla Sampdoria ha fruttato 12 milioni. Pochi, se si pensa che il suo valore è più che decuplicato adesso: «Quando la Samp lo ha ceduto, Icardi aveva 20 anni. L’Inter lo pagato 12 milioni, per me ha fatto bene la proprietà dell’epoca a cederlo. Con il senno di poi ovviamente non ne valeva la pena, però 12 milioni per il mercato dell’epoca e per un giocatore di vent’anni erano tanti soldi. Poteva fare bene, ma poteva anche sparire. Della vicenda con Lopez non ne voglio parlare, sono cose che riguardano loro».

Infine, un cenno ai rapporti con gli allenatori e con il Presidente Ferrero: «Mihajlovic è stato quello con cui ho avuto più rapporto, era proprio un amico. Si tratta di una persona eccezionale, ma è meglio non farlo incazzare. Quando deve esserlo, è un sergente di ferro. Ferrero? A vederlo dall’esterno appare così, particolare, ma è uno con le palle. In questi tre anni ha fatto bene, ha costruito, sta investendo. Per me è una persona a modo. Poi ha i suoi alti e bassi come tutti nel calcio, ma è un uomo in gamba. Incomprensioni con Giampaolo? Possono succedere, ma Ferrero è uno molto presente. Poi, la dimensione della Samp è questa, intorno al settimo posto. Ci sono 5-6 squadre più forti, e non puoi scavalcarle. Ma per quello che si è visto – conclude Ajazzone -, mi pare che il cammino della Samp fino ad oggi sia stato già molto importante».

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