Barreto e la Sampdoria: cinque anni dal paradiso all'inferno
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Barreto e la Sampdoria: cinque anni dal paradiso all’inferno

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Barreto e la Sampdoria si separano dopo cinque anni insieme: dal paradiso all’inferno, il centrocampista paraguaiano c’è sempre stato

Prima della Sampdoria, nella classifica delle squadre con cui ha collezionato più presenze, c’è solo il Palermo. Dopo ben cinque anni e 110 gettoni in partite ufficiali, Edgar Barreto ha deciso di lasciare Genova e risolvere il suo contratto con il club blucerchiato per tentare una nuova avventura (forse al NEC, dove non aspettano altro che riabbracciarlo).

Per riassumere questo lungo tempo trascorso insieme senza spendere troppe parole inutili, si potrebbe dire che il paraguaiano abbia conosciuto con la maglia blucerchiata sia il paradiso che l’inferno. Dal sogno sfiorato di accedere ai giorni di Europa League appena arrivato in Liguria (quella maledetta notte di Torino anche lui era stato catapultato in campo) al rischio di sprofondare in Serie B pochi mesi con Zenga e Montella, passando per le feste nei Derby della Lanternasolo vittorie nelle sue quattro sfide disputate contro il Genoa – e i cinque gol siglati con la Samp, uno più pesante dell’altro.

Barreto ha vissuto tutto della Sampdoria, sia il male che il bene. E ha saputo anche soffrire in silenzio e farsi da parte quando, dal 2018, la fiducia riposta in lui prima da Giampaolo, poi da Di Francesco e infine da Ranieri ha cominciato a scemare (complici anche gli infortuni che lo hanno tormentato). Nonostante abbia indossato la fascia di capitano solo una volta, per i compagni nello spogliatoio è sempre stato un punto di riferimento in tutto questo tempo. Di fronte a giocatori come lui, che per deformazione professionale hanno ancora quel vizio di sudare la maglia fino all’ultima goccia, c’è solo da dire grazie e levarsi il cappello. Era giusto mettere fino a questa lenta agonia e togliere quel dito di polvere da sopra gli scarpini: all’estero, in campionati meno impegnativi della Serie A, il suo apporto risulterà ancora decisivo. Arrivederci, Edgar.

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