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Brocchi su Bonazzoli: «Ha qualità, ma quante pressioni». E quel patto a Brescia…

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Esclusiva SampNews24 – Cristian Brocchi su Bonazzoli: «È uscito troppo presto dal settore giovanile, aveva bisogno di crescere anche lui. A Brescia un patto tra noi, temevo per la sua voglia di allenarsi». E su Sabatini: «Grande acquisto, gli consiglio Ndoj»

Federico Bonazzoli è pronto a rifare le valigie. Dopo una stagione insipida alla Spal, con la cui maglia ha collezionato appena 169′ ma conquistato una preziosa permanenza in Serie A, l’attaccante di proprietà della Sampdoria è ormai un nuovo giocatore del Padova, società in cui rimarrà per tutta la prossima stagione per farsi le ossa in attesa di un ritorno a Genova. La nostra redazione ha contattato in esclusiva Cristian Brocchi, l’allenatore che più di tutti ha creduto nel talento del classe ’97 e che gli ha permesso, nella stagione 2016/17, di trovare continuità e trascorrere al Brescia l’unica annata veramente positiva della sua carriera tra i professionisti.

Com’è stata la sua esperienza con Bonazzoli? Che tipo di giocatore e di ragazzo è?

«Federico ha solo bisogno di trovare l’anno giusto, è un ragazzo che ha tante qualità importanti e che, almeno nella stagione che ha passato con me, si è sempre allenato bene. Fa fatica a trovare continuità per tanti motivi, dovrà fare le scelte giuste per il futuro».

Qual è la sua dimensione adesso? Deve fare ancora esperienza o secondo lei potrebbe anche essere in grado di farsi spazio alla Sampdoria?

«Ha girato tanto in questi anni – ricorda Brocchi – direi che di esperienza ne ha già abbastanza. Secondo me adesso ha bisogno di fare quel passo in avanti. Le stagioni degli attaccanti cambiano in un attimo, una volta trovata la serenità giusta e il rapporto con il gol, tutto sarà più facile e verranno fuori le sue doti».

Il Padova può essere la piazza giusta per tentare di trovare la continuità?

«Non so se sarà la piazza giusta, è importante che lui riesca a vivere la sua annata. La può trovare al Padova, come la può trovare da altre parti. Anche alla Samp o è troppo presto? Le qualità le ha – assicura l’ex tecnico di Brescia e Milan – troppo presto non è. Può essere anche alla Samp».

Tanti prestiti e pochi risultati. Rischia di innescarsi un circolo vizioso? Bisogna avere pazienza quando si fanno investimenti del genere

«Per me è uscito troppo presto, quando ha lasciato le giovanili dell’Inter ha avuto da subito tante pressioni e un contratto importante. Sono cose che possono dare problematiche alla lunga: guardate Petagna, che dopo il settore giovanile ha fatto tanta fatica per trovare il giusto equilibrio, ma adesso finalmente è un attaccante affermato in Serie A. Gli si è dato forse un po’ troppo il “pronti via” dopo la Primavera, ma anche lui, come tutti, aveva bisogno di un suo percorso di crescita».

Se dovesse consigliare alla Samp un giovane che ha allenato?

«Ce ne sono tanti bravi passati sotto le mie mani – ammette – ma se proprio dovessi sceglierne uno potrei dire Ndoj del Brescia. Ha qualità importanti per poter già giocare in Serie A, sia a livello fisico che tecnico, nonostante sia un classe ’96».

Vuole raccontare qualche aneddoto particolare su Bonazzoli?

«Posso confessare che all’inizio, quando il Brescia lo stava trattando con la Sampdoria, c’erano un po’ di perplessità da parte mia sulla sua voglia di allenarsi. In realtà poi si è rivelato un professionista impeccabile e ha sempre lavorato duro. Ne abbiamo parlato e abbiamo fatto un patto, che lui poi ha rispettato dimostrando di essere un giocatore serio».

Cosa ne pensa di Sabatini? Ha detto che bisogna trovare il coraggio di far giocare i giovani

«Sabatini è un maestro, ha scovato dei giocatori incredibili e ha fatto la “felicità” di tutte le squadre in cui ha lavorato. È normale sbagliarne qualcuno, in mezzo a tutti quei talenti, ma lui è un maestro e gli si possono fare solo dei gran complimenti. Penso che la Samp abbia fatto un acquisto top».

Il “laboratorio calcistico permanente” di cui ha parlato Sabatini è conciliabile con le ambizioni?

«Assolutamente sì, l’importante è che le ambizioni della società corrispondano a quelle dell’allenatore. Quando società e guida tecnica sono in simbiosi e vanno a braccetto, si possono fare delle cose importanti. Non è assolutamente la giovane età che può sminuire le qualità dei giocatori – conclude Brocchi – soprattutto in un ambiente sano, pulito e con un tifo straordinario come quello della Sampdoria».

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