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Calciomercato Sampdoria, le cessioni estive sotto accusa. Ma era l’unica soluzione

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Sul banco degli impuntati le scelte effettuate nel mercato estivo come principale causa dello scarso rendimento della Sampdoria

Sgomberiamo il tavolo dai fraintendimenti. Tutto quello che ha fatto il CdA della Sampdoria e gli uomini di mercato fino a oggi è stato volto unicamente al permettere al club di sopravvivere, di iscriversi al campionato e continuare a sperare in una cessione. Inevitabile però che le cessioni a nastro (Morten Thorsby, Federico Bonazzoli, Gianluca Caprari, Mikkel Damsgaard, Albin Ekdal, Maya Yoshida, Antonio Candreva) e i mancati acquisti stiano condizionando il rendimento attuale. Soprattutto perché i titolari di oggi non sembrano nemmeno i lontani parenti dei giocatori ammirati solo qualche stagione fa.

La Sampdoria aveva bisogno di fare cassa e l’unica maniera per farla, in assenza di una proprietà economicamente solida, era operare sul mercato in uscita. Ma come si esce da questa situazione? Escludendo una cessione, quindi l’arrivo di nuovi capitali, è impossibile pensare che la svolta possa arrivare dal calciomercato invernale, sessione quasi sempre infruttifera anche in caso di ampie disponibilità economiche. L’unica soluzione è “recuperare” – nella salvifica sosta per il Mondiale – il numero maggiore di giocatori sia a livello fisico che mentale. Compito affidato a Dejan Stankovic.

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