Calciomercato Sampdoria, conti in regola grazie alle cessioni: il punto

Il calciomercato della Sampdoria ha messo a posto i conti: nessun problema economico nel breve-medio periodo

Che la Sampdoria non cedesse i big per far cassa e poter fare il (poco) mercato che ha fatto era puramente utopistico. Dando uno sguardo ai conti prima dell’inizio della sessione estiva era evidente che – con una società commissariata, un bilancio stretto tra le maglie delle due diligence e non disponendo di una proprietà economicamente forte – le risorse per andare avanti sarebbero state reperite cedendo i calciatori con più offerte.

È altrettanto evidente che se oggi la Sampdoria non ha problemi economici da risolvere nel breve e medio periodo lo deve all’ottimo lavoro fatto da Daniele Faggiano relativamente alle cessioni. La narrazione social – aiutata anche dai risultati che non arrivano – addossa tutte le colpe degli addii all’allenatore che però, sul mercato, non ha messo becco (a parte togliere De Luca dalle cessioni programmate). I calciatori che sono stati ceduti erano quelli che avevano offerte o ingaggi troppo pesanti (in determinati casi, vedi Federico Bonazzoli, un mix delle due).

Il contratto di Maya Yoshida non è stato rinnovato perché il difensore giapponese percepiva un ingaggio troppo elevato, quello di Albin Ekdal non è stato ridiscusso perché il centrocampista chiedeva un adeguamento a rialzo e la Sampdoria nutriva dei dubbi sulle sue condizioni fisiche. Le cessioni di Morten Thorsby e Mikkel Damsgaard sono state dettate dalla necessità di sistemare il bilancio, dato che i loro ingaggi non erano fuori dai parametri. Le cessioni di Federico Bonazzoli e Antonio Candreva sono invece nate da un mix di fattori: giocatori scontenti, ingaggi troppo alti e offerte pervenute al club considerate adeguate.