Cessione Sampdoria: i punti interrogativi su Di Silvio e Al Thani
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Editoriale

Di Silvio e Al Thani vogliono la Sampdoria. Tra sogni e punti oscuri

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Cessione Sampdoria: speranza e punti oscuri della trattativa condotta da Di Silvio e Al Thani

La trattativa per l’acquisto della Sampdoria è stata resa pubblica grazie alla pubblicazione della lettera di Khalid Faleh Al Thani: lo sceicco membro della famiglia reale del Qatar ha ufficializzato il proprio impegno con la mediazione di Mehdi Hani, amministratore dell’azienda MH Partners SA con sede a Ginevra, in Svizzera. A fare da raccordo tra Al Thani e il club blucerchiato è Francesco Di Silvio, apparentemente il deus ex machina in grado di salvare la Sampdoria da un futuro nefasto.

Il messaggio dell’imprenditore è chiaro: acquistare la Sampdoria non è una questione di soldi, bensì un senso di responsabilità. L’intenzione è lodevole, le parole affascinano. Con l’esposizione mediatica di Di Silvio (a cui va dato merito di averci messo la faccia) i tifosi blucerchiati hanno dimenticato per un attimo i pessimi risultati ottenuti dalla squadra di Marco Giampaolo, intravedendo una cessione societaria che potrebbe essere vicina (malgrado alcuni, nel tempo, abbiano cerchiato di rosso un po’ troppe date sul calendario…). È doveroso sognare ed essere felici in un momento decisamente complicato. Ma è anche opportuno e legittimo, senza essere additati come “genoani”, riservarsi qualche dubbio su quello che sarà o potrebbe essere. Ci siamo già scottati una volta con il Viperetta, cerchiamo di non ustionarci ancor più con Al Thani.

Innanzitutto, lo sceicco parla di un’offerta (intorno ai 40 milioni di euro) presentata al trustee Gianluca Vidal. Per alcuni, l’acclamata proposta economica ancora non sussiste. Tornando alla lettera, fanno sorridere i passaggi in cui si parla dell'”amore di Al Thani verso la Samp” e della presunta “traduzione dall’arabo” di Di Silvio. Al pari dell’annuncio fatto più di sette giorni fa dallo stesso Di Silvio, secondo il quale l’operazione si sarebbe conclusa entro una settimana. Oltre ai punti oscuri legati a management e società coinvolte. Questo per dire che, nonostante i fatti, finora ci sono stati fin troppi proclami. E i proclami, a Di Silvio, non hanno mai garantito cose belle in ambito sportivo: basti vedere gli acquisti falliti di Fortitudo Bologna, Foggia e Salernitana.

Bisognerà verificare, inoltre, l’attendibilità di Khalid Faleh. Non tutti i parenti “minori” dell’emiro Al Thani sono diventati famosi (in senso positivo) per i loro investimenti: è il caso di Abdullah, che nel 2010 rilevò il Malaga da Lorenzo Sanz e si rese protagonista di spese pazze che portarono il club spagnolo dall’Europa al fallimento. Frutto di una gestione scellerata e frettolosa. Il denaro è un boomerang per un club calcistico privo di una struttura solida alle spalle. Ecco perché dovremmo restare coi piedi per terra e non fare voli pindarici. In attesa di un orizzonte radioso che prima o poi ogni tifoso blucerchiato potrà ammirare davanti a sé.

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