Cessione Sampdoria, da Garrone a Al Thani: trattative diverse
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Cessione Sampdoria, da Garrone ad Al Thani: tutte le differenze tra le trattative

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La trattativa tra Edoardo Garrone e Massimo Ferrero, quella tra l’ex presidente della Sampdoria e Vialli (sfumata) e ora con gli Al Thani: le differenze

Sui social si fa un grande vociare sulla cessione della Sampdoria. Le domande più in voga sono legate alla prima trattativa: i tifosi si rimbrottano a vicenda chiedendo alla stampa “dove fosse quando Garrone ha venduto a Ferrero” e “perché ora sono necessari tutti questi controlli e prima non sono stati fatti“. Alla notizia che la FIGC starebbe vigilando sui potenziali futuri acquirenti e sia pronta a chiedergli tutti i documenti relativi alla solidità finanziaria, apriti cielo. Il fatto che siano cambiati i regolamenti, quest’ultimo in data 26 aprile 2021, non viene tenuto in considerazione.

La differenza tra la trattativa tra Edoardo Garrone e Massimo Ferrero e le due successive sta nelle modalità. La prima è stata una “quasi” donazione da parte dei Garrone ai Ferrero con tanto di avviamento (fideiussioni milionarie) per “togliersela dalle mani”. È stata condotta in assoluto silenzio e comunicata alla stampa a giochi fatti, senza possibilità di indagine. E senza risposta alle domande poste. La seconda trattativa tra Ferrero e Gianluca Vialli è stata più mediatica e, diversamente dalla prima, ha ruotato tutto intorno ai soldi. Non furono gli americani a offrire due spiccioli, ma come confermato dalle intercettazioni della Procura di Paola: fu Ferrero a rilanciare all’infinito, fino al ritiro della cordata americana.

La trattativa odierna con gli Al Thani è ancora diversa dalle due precedenti. È gestita da advisor, banche e trustee. È ingabbiata in una procedura che coinvolge il Tribunale Fallimentare di Roma. La cessione della Sampdoria è soggetta quindi a maggiori vincoli rispetto alle due trattative precedenti tra privati. In questa sono necessari maggiori controlli sulle somme di denaro, che provengono da paesi esteri e per le quali la normativa anti-riciclaggio, frutto degli accordi bilaterali tra Italia e Qatar, parla chiaro. Tutte procedure complesse che non possono essere ignorate. Così come non è per eccesso di zelo lo stretto controllo delle banche creditizie sui nuovi acquirenti con la richiesta di un deposito a garanzia dei debiti.

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