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Chabot pazzo di Samp: «Convinto subito. DiFra, che carisma»

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Il nuovo difensore della Sampdoria si racconta: dall’adolescenza al feeling con la Sampdoria e mister Di Francesco

Julian Jeffrey Gaston Chabot. Per gli amici Jeff, per gli addetti ai lavori il Guardaroba dell’Assia. Mille nomi, un solo volto: «Mia mamma voleva Julian, mio papà Jeffrey. E poi nella mia famiglia hanno tutti tre nomi, così è stato aggiunto anche Gaston. Per tutti, però, sono Jeff. Papà tedesco con nome tedeschissimo, Jurgen. Mamma francese, Valerie, originaria della Loire Atlantique, la zona di Nantes. Però nato e cresciuto in Germania. Nazionale giovanile tedesco». Anche la sua adolescenza è molto particolare: «Fino a 15 anni ero mingherlino. Dai 15 ai 16 sono esploso, in quell’anno sono cresciuto di 15 centimetri. Poi ho continuato abbastanza rapidamente, al punto da avere problemi ai muscoli della schiena. Mi sono dovuto sottoporre a esercizi dedicati e ancora oggi faccio tanta prevenzione».

Ecco spiegato il motivo per cui Chabot veniva definito erculeo dal ct dell’Under 19: «Ho una buona stazza per un difensore. Certamente devo controllarmi, specialmente quando vado a contrastare attaccanti più piccoli. Altrimenti mi fischiano sempre fallo. Una volta in Olanda mi hanno squalificato per due giornate con la prova televisiva per un contrasto fisico, ma normale. Ecco, se all’Inter arrivasse Lukaku, andrebbe bene. Ho segnato qualche gol di testa, sulle palle inattive solitamente gli allenatori mi fanno salire nell’area avversaria per sfruttare la mia stazza. Diciamo che non mi dispiace ogni tanto fare un gol. Sogno ovviamente di segnare uno nel campionato italiano. Ho scelto l’Italia perché dopo l’esperienza in Olanda sentivo il bisogno di provarmi a uno step superiore. La Serie A è uno dei campionati più difficili d’Europa, tecnicamente e tatticamente. Quando si è proposta la Sampdoria, mi ha convinto subito».

Arrivato dal Groningen nel corso della sessione estiva di mercato, il nuovo difensore della Sampdoria è pronto per la nuova avventura: «Per adesso ho fatto un paio di allenamenti. So di dovere imparare l’italiano, ma finora non ho problemi a capire quello che mi chiede Di Francesco. Il calcio ha un linguaggio universale. Il mister è molto preparato e carismatico, nelle scorse settimane ho studiato per essere già pronto riguardo a ciò che vuole. Con i compagni che ho conosciuto fino a oggi mi trovo benissimo, ci sono ragazzi di tante nazionalità diverse. E l’impatto con Genova è stato positivo. Sono arrivato in città qualche giorno prima di quello del raduno proprio per iniziare l’ambientamento. Ho voluto cercare subito casa e l’ho trovata a Nervi. Al momento sto da solo».

La lunga lista dei difensori divenuti famosi dopo essere passati per Genova non l’ha lasciato indifferente: «Nelle ultime stagioni alla Sampdoria si sono formati dei difensori centrali giovani che stanno facendo una grande carriera. Mustafi è diventato campione del mondo, è tedesco come me e questa potrebbe essere una coincidenza beneaugurante. Skriniar all’Inter, Andersen al Lione… La responsabilità di proseguire questa serie è alta – conclude Chabot ai microfoni del Secolo XIX – ma sono qui per questo».

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