2013

Costa, il gentleman con l’elmetto che incarna la sampdorianità

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Di lui si parla sempre poco. Arrivato con quel ciuffetto biondo da Reggio Calabria e da mastino di un Atzori mai amato dalla platea doriana, pochi l’avevano notato. L’inizio di campionato l’anno scorso non gli sorrise, era a Nocera Inferiore quando Farias e Castaldo umiliarono la Sampdoria e segnarono il destino di Atzori. Andrea Costa era il suo uomo, il grande feticcio del tecnico di Collepardo e divenne, col suo esonero, uno dei capri espiatori. Un po’ di panchina, poi Iachini si accorse di quanto importanti potessero essere le sue straordinarie doti tecniche (per un difensore) sebbene abbinate a un atletismo non proprio irresistibile. Ed è lui il terzino sinistro del memorabile undici che espugnò Castellammare e Varese, festeggiando un’incredibile promozione. Da mattone della muraglia, gregario, il suo nome non era però passato alla storia, e di Costa si continuava a parlare poco, nonostante tutto. 

Con Ferrara è un’altra storia. O meglio, si lascia alle spalle l’anonimato che, bene o male, l’aveva sempre accompagnato in blucerchiato facendo leva sulla sua grandissima abilità d’inserimento nei calci piazzati e inizia la stagione nel miglior modo possibile, battendo Abbiati e segnando il goal decisivo per la vittoria della Sampdoria a San Siro. L’aveva continuata con dignità nel fortunato filotto inaugurale della gestione Ferrara, era vistosamente calato fino a dicembre. Adesso, Andrea Costa sembra aver trovato il giusto smalto ed aver definitivamente trovato la propria dimensione tattica: da mancino nel terzetto arretrato che grande solidità sta dando alla squadra di Rossi, è uno dei pilastri della Sampdoria. A Napoli ci ha fatto godere e gioire coi suoi tackle, i suoi salvataggi, i suoi spintoni e il suo non mollare mai, sempre accompagnati dall’aristocratica eleganza che conserva in ogni suo movimento. Insomma, con quel mancino in grado di disegnare traiettorie imprevedibili e quel volto da tronista di Uomini e Donne, Costa incarna lo spirito blucerchiato: bello ed elegante, ma aggressivo, indomabile e motivato come l’ultimo dei gregari. Pronto a mettersi l’elmetto e a combattere, anche a costo di rovinarsi il ciuffetto: è lui, Andrea Costa, piccolo grande simbolo di una sampdorianità ormai appassita. 

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