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2015

Éder: «Grande esperienza con la nazionale. Grazie Samp»

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Dopo il gol di Sofia, la buona prova di Torino contro l’Inghilterra: Éder Citadin Martins è al settimo cielo e la sua esperienza azzurra è iniziata bene. La critica l’ha accettato dopo i dubbi iniziali. Prova superata: «Sa che cosa mi fa piacere? Essere giudicato il migliore in campo quando non segno. Significa che la mia prestazione per la squadra. Che poi è il mio obiettivo primario. Dare una mano ai compagni. A volte ti alzano un voto solo per un gol». La prima gara con l’Italia sul suolo italiano dopo molte polemiche: «Polemiche forzate. Nella mia intervista rilasciata al giornale brasiliano non ho mai citato il nome di Mancini. Ne ero sicuro e me la sono fatta anche spedire. E non ho mai dedicato il gol alla Bulgaria a «tutti quelli che non sono contenti degli oriundi in Nazionale», semmai il contrario».

SACRIFICIO E TATTICA – E pensare che per l’Italia c’ha messo anche la testa contro l’Inghilterra: «Dopo un contrasto con Jones sono caduto e ho picchiato la testa. Mi è rimasta questa “marca”, questa crosta… sono felice per quest’esperienza, che mi ha dato tantissimo sotto tanti punti di vista. In otto giorni, ad esempio, ho dovuto imparare un nuovo modo di giocare, tatticamente parlando – dice l’italo-brasiliano a “Il Secolo XIX” -. Mister Conte infatti chiede agli attaccanti un lavoro particolare, devono esser loro, con i movimenti anche in fase di non possesso, a comandare e indirizzare il gioco. Non l’avevo mai fatto prima».

GRANDE IMPATTO – Nelle prime due uscite azzurre, un gol contro la Bulgaria e uno sfiorato con l’Inghilterra: «Nel video di preparazione alla partita ci avevano spiegato le caratteristiche di Hart. Ad esempio che è molto aggressivo nelle uscite. Così quando ho avuto quella palla ho pensato di provare ad anticiparlo, scavalcandolo, ma lui l’ha preso… va bene così. Penso che il solo avere avuto quest’opportunità, la convocazione, sia stato molto bello. E ringrazio la Samp, se Conte mi ha chiamato è per quello che ho fatto qui».

FIORENTINA E IL “VERO” EDER – Ora c’è la Fiorentina, la squadra con la quale si è sbloccato all’andata: «Sì, però ricordo un’intervista fatta pochi giorni prima, legata anche al fatto che non avessi ancora segnato. E avevo detto che giocare per la squadra era il mio primo obiettivo. Lo ripeto adesso». E pensare che il vero Éder, quello brasiliano dell’82, vorrebbe conoscere l’attaccante della Samp: «Sì, ho letto l’intervista sul Secolo. Non vedo l’ora, ma mio padre era strafelice. L’ha ritagliata e se l’è portata in Brasile. Figuratevi, mi ha chiamato così proprio per quell’Éder…». E la maglia azzurra sarà incorniciata a casa Citadin.

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