ESCLUSIVA - Bellucci: «Serie A? Tutta una forzatura. Decidano i medici»
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ESCLUSIVA – Bellucci: «Serie A? Tutta una forzatura. Decidano i medici»

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Esclusiva SampNews24 – L’ex blucerchiato Bellucci: «Serie A? Con il Coronavirus, non ci penso neanche. Spero in una tregua tra Ferrero e tifosi»

Dall’emergenza Coronavirus al taglio degli stipendi in Serie A, passando per il rinnovo di Fabio Quagliarella e il rapporto tra Massimo Ferrero e la tifoseria della Sampdoria. La redazione di SampNews24.com ha contattato in esclusiva l’ex attaccante blucerchiato Claudio Bellucci per discutere di questi temi.

Coronavirus. Hai sentito qualcuno della Samp in questi giorni?

«Ci siamo messaggiati con il dottor Baldari, mi ha detto che sta un po’ meglio. Mi fa veramente piacere, gli ho fatto gli auguri di pronta guarigione e gli mando un grande in bocca al lupo. È una persona speciale che ha vissuto tutti i miei anni alla Samp e lui c’è stato sempre per me. È una figura storica all’interno del club e gli auguro il meglio».

Sei favorevole o contrario alla ripresa del campionato? Bisogna finire questa stagione a tutti i costi?

«Sinceramente, non mi viene neanche in mente di pensare al calcio e al campionato. Mi fa specie chi continua a parlarne, siamo chiusi in casa da giorni, la gente muore, il computer e il telefono per sapere cosa succede li abbiamo tutti. Alcuni fanno finta di niente, credendo che tutto si risolverà col tempo. Devono passare in secondo piano lo sport e i soldi, quando c’è di mezzo la salute delle persone a livello mondiale».

Taglio stipendi: se fossi ancora calciatore saresti d’accordo sulla decurtazione?

«Ripeto, passa tutto in secondo piano. Compresi gli stipendi di calciatori. Poi il contratto è in essere, non so a cosa si possano attaccare i club. Una cosa ragionevole penso si possa anche fare. Ma se il contratto scade il 30 giugno e il campionato finisce a luglio? Prendiamo i calciatori in scadenza di contratto: uno come Petagna, che ha già firmato per il Napoli, quando deve andare giocare lì? Questi sono problemi».

Da calciatore saresti d’accordo a tornare in campo con tutti i rischi del caso?

«Deve valere la voce dei medici, e basta. Loro sono al di sopra di ogni interesse, a loro sta a cuore esclusivamente la salute delle persone. Facessero decidere loro…».

Cosa ne pensi della sinergia tra Sampdoria e Vis Pesaro? C’è davvero speranza di tornare alla Samp dopo la gavetta?

«È molto difficile fare un salto così, dalla Lega Pro alla Serie A. Ho allenato due anni in C ed è difficile trovare giocatori pronti a fare questo step, è un salto non doppio ma triplo per un ragazzo. In una società come la Sampdoria, che lotta per la salvezza quest’anno ma aveva altri obiettivi fino all’anno scorso, è molto difficile affermarsi. Andare in prestito in Lega Pro e tornare… c’è troppa differenza tra le due categorie e c’è sempre stata. Io andai in prestito alla Fiorenzuola in C1 – ricorda sorridendo Bellucci – un po’ di gavetta bisogna farla. O sei appena uscito dalla Primavera e hai la fortuna di fare un esordio coi fiocchi in prima squadra, oppure è tosta. La Vis Pesaro, però, è una grande possibilità per andare a giocare tra i professionisti. Molti ragazzi escono da società professionistiche, fanno il primo anno così e così e poi si ridimensionano. Per i giocatori della Samp che fanno bene con la Primavera, avere una società come la Vis che li accolga è solo un bene e un vantaggio».

Da allenatore, cosa ne pensi delle norme da seguire alla ripresa degli allenamenti: distanza di un metro, calciatori a piccoli gruppi, niente tattica collettiva… ha senso?

«È tutto una forzatura. Non lo so, per fare cosa? Per giustificare lo stipendio? Per farli allenare mettendo a rischio loro e le relative famiglie? Gli asintomatici sono portatori sani. Io penso che comunque debba contare tanto il pensiero dei calciatori e degli allenatori. Però non sappiamo i pareri di alcuni presidenti».

A proposito di proprietari, Massimo Ferrero è sempre al centro di problemi finanziari e contestazioni da parte dei tifosi.

«Sono quasi sei anni che ha rilevato la Sampdoria e dal primo giorno è sempre stato così. Il problema è che fino all’anno scorso i risultati li ha sempre ottenuti, quest’anno invece la squadra non sta andando bene. Diciamo che Genova, e soprattutto i tifosi della Samp, non vedono di buon occhio Ferrero per le esternazioni che fa, ma ora quel che conta è salvarsi. Questa è la priorità, che la Sampdoria rimanga in Serie A, il resto non conta. L’altro giorno, con un mio ex compagno di squadra, parlavamo di Lotito, che era duramente contestato fino a poco tempo fa e adesso guardate… È tutto molto legato ai risultati. Secondo me, comunque, in questa situazione i tifosi si sono legati ancora di più alla squadra e all’allenatore: con mister Ranieri si è creato un rapporto straordinario. Spero nell’arrivo dei risultati e in una tregua tra Ferrero e la tifoseria blucerchiata».

Il futuro di Quagliarella è ancora in forse e le ultime dichiarazioni dell’attaccante hanno fatto discutere.

«La riconoscenza ci dev’essere da entrambe le parti. Si sta meritando tutto sul campo, non solo perché ha 37 anni, ma perché è ancora decisivo. Ha calciato un rigore di un’importanza clamorosa col Verona».

Secondo te qual è il motivo dell’annata storta della Samp? Ha le carte in regola per salvarsi, se si riprenderà il campionato?

«Quando e se riprenderà, saremo come ad inizio stagione, quindi può succedere di tutto. La Samp, purtroppo, è partita malissimo quest’anno, ma con l’arrivo di Ranieri si è rialzata. E poi l’ultima vittoria col Verona è stata di un’importanza madornale. Ci sono alti e bassi, non devi mollare mai: quando perdi due partite di fila ti crolla il mondo addosso. La Samp sta lottando, logicamente è difficile, magari ti giochi il campionato in una partita. Fa soffrire un po’ tutti quest’anno. Penso che non si vedesse un’annata così dall’ultima retrocessione. In ogni caso, passa tutto dai calciatori, non devono mollare di un centimetro e non lo stanno facendo. Così come i tifosi».

A gennaio nella Sampdoria U18 è arrivato tuo figli: che effetto ti farebbe vederlo arrivare in prima squadra?

«Guarda, già mi ha fatto effetto quando ha fatto la presentazione in sede (ride, ndr). Quella è stata sicuramente l’emozione più bella di sempre: vedere mio figlio che indossa la maglia della Sampdoria. A vederlo segnare, perché ha fatto gol contro il Sassuolo, mi si è gelato il sangue in tribuna: “Guarda il tempo come passa”, ho pensato. Poi lui ha avuto un percorso diverso da tutti. Voglio ringraziare pubblicamente sia il Bogliasco che la Lavagnese, che lo hanno fatto crescere molto bene. Ha fatto tante presenze, gol, assist e si è messo in evidenza: non lo nascondo e lo dico con un po’ di orgoglio, c’erano un po’ di squadre su di lui, ma quando ti chiama la Sampdoria non puoi dire no. Io sto molto defilato eh, questa è tutta farina del suo sacco. Sono davvero felice per lui».

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