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Ferrari si scopre: «Il nostro obiettivo è l’Europa»

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Gianmarco Ferrari non si nasconde: «Siamo sesti da ottobre, l’obiettivo è l’Europa. Con Giampaolo? E’ stato un inizio a singhiozzo, ora mi sento più completo»

Il suo arrivo alla Sampdoria, in estate, ha fatto felice anche e soprattutto l’allenatore blucerchiato Marco Giampaolo, che non ha mai fatto mistero del fatto che, per affrontare il campionato, avrebbe preferito contare su un centrale che conoscesse già bene i meccanismi della Serie A. Eppure, Gianmarco Ferrari la Serie A l’aveva conosciuta solo nel 2014, dopo una lunga gavetta partita dall’Eccellenza: «Ci si mette un attimo a perdersi in certe categorie. Io ho sempre avuto come obiettivo di fare il calciatore – ha affermato il difensore ai taccuini de Il Secolo XIX, non ho nemmeno mai preso seriamente in considerazione un’alternativa».

Forza di volontà, sudore e sacrificio le armi che il classe ’92 ha dovuto sfoderare per salire gradualmente di categoria: «Penso che tutto sia possibile, ci vogliono testa, pazienza, fortuna e un pizzico di bravura. Però quando ottieni dei risultati, ti sembra di aver fatto il triplo. Perché partendo dall’Eccellenza ogni salto è un trampolino in più che aggiungi. E non vuoi fermarti mai. Da ragazzo, subito dopo le giovanili del Parma, il salto in Eccellenza al Terme Monticello: un primo colpo al sogno; mi hanno detto “vai a farti le ossa”: l’ho vissuta come una bocciatura. Da Fiorenzuola comunque è ripartita la scalata. E a ripercorrere ogni marzo, sempre stata una crescita. Renate è stata un’altra tappa. Poi Crotone».

Crotone è stato il punto d’approdo in Serie A, probabilmente l’esperienza più importante per Ferrari, almeno prima di arrivare alla Samp. E il Crotone sarà l’avversaria di domenica: «Un pezzetto del mio cuore resterà per sempre lì. Conosco benissimo lo “Scida”, non sarà facile. Anche se quest’anno in casa finora non hanno fatto benissimo, l’ambiente può pesare». Arrivare alla Sampdoria, invece, ha comportato una serie di difficoltà alle quali il difensore non aveva inizialmente pensato: «Ho avuto un inizio a singhiozzo. Ci può stare. Le idee di Giampaolo, il modo di giocare, erano completamente diversi da quelle cui ero abituato. C’è voluto un po’ per ambientarmi. Ora mi sento più completo nel bagaglio tecnico».

Ora che però è diventato un punto fisso della retroguardia blucerchiata, le cose vanno certamente meglio. Anzi, insieme a tutti i suoi compagni di squadra Ferrari continua a coltivare, domenica dopo domenica, il sogno della qualificazione all’Europa League: «Siamo sesti da metà ottobre, non possiamo nasconderci. Il nostro obiettivo è l’Europa. Ma senza assillarci, a differenza di altre dirette concorrenti come Milan e Torino noi non abbiamo mai aggiunto il punto esclamativo. Domenica sarà importante cercare di vincere, ma ci sono altri 33 punti in palio dopo. Ma con lo spirito giusto, qualcosa possiamo portare a casa».

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