FIGC: Una Serie A sempre più anziana e straniera - Samp News 24
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2015

FIGC: Una Serie A sempre più anziana e straniera

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La crisi nel mondo del calcio giorno dopo giorno si fa sempre più incisiva ed evidente. Il fallimento di club storici, la necessità di affidare società gloriose a colossi stranieri e le difficoltà nel riempire quelli che una volta erano templi del calcio, sono argomenti quotidiani. Più e più volte sono state analizzate le problematiche di questo sport, ma le soluzioni intraprese non hanno mai avuto forte impatto e come scusante non si può nemmeno marchiare questi problemi come moderni poichè da sempre esistenti. Cercare di ripristinare l’immagine di un campionato che perde il suo fascino a ogni partita è quantomai necessario, soprattutto in tempi brevi.
 
 
A ricordare quanto questa disciplina si stia allontanando dalla sua identità originaria è stata la FIGC che, tramite l’annuale “ReportCalcio”, ha voluto mettere sotto la lente d’ingrandimento i dati riguardanti dimensione e struttura del sistema calcistico italiano. I risultati ai quali il volume fa rifermimento sono quelli della stagione 2013-2014; un’annata che ha visto la Serie A ottenere il più alto gradino del podio non per meriti, ma per quanto riguarda l’età media dei giocatori, ben 27.3 anni. Un numero significativo che fa riflettere se messo a confronto con le statistiche dei campioni del mondo tedeschi; giocatori che militano in un campionato dove la maggior parte dei calciatori ha 25 anni. 
Oltre all’età avanzata dei professionisti, emerge anche la statistica riguardante la provenienza: il 54.1% dei calciatori in attività nella massima serie nostrana non è nato sotto il tricolore. Percentuale drammatica che ci vede superati solamente da Inghilterra, Cipro e ben distanti dal 40% della vincente Germania. Connessa al luogo di nascita degli sportivi si trova sicuramente il trascorso calcistico che questi hanno affrontato prima di approdare nei nostri campi da gioco. Appena l’8.4% degli attuali tesserati proviene dal settore giovanile del proprio club di appartenza. Un numero che in un primo impatto non sbigottisce quanto i precedenti, considerando che in campo scendono 11 giocatori, ma che se paragonato con i risultati di un paese vicino, e non trionfante quanto altri, come la Francia fa rabbrividire. 
 
Ma forse qualcosa si sta muovendo, forse questa sarà l’annata della svolta. Abbiamo una squadra finalista in Champions League che vanta diversi azzurri, solo settimana scorsa due formazioni del nostro campionato hanno salutato una competizione importante come l’Europa League e un tecnico di calibro, come Antonio Conte, ha preso le redini della Nazionale. Chissà che il 2015 non sia l’inizio della risalita. Ai postumi l’ardua sentenza. 

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