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Giampaolo allontana le critiche: «La mentalità non c’entra». È così?

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Il tecnico della Sampdoria esclude un problema mentale dei suoi giocatori dopo la partita contro il Bologna: ecco perché

La partita contro il Bologna, terminata 3-0 in favore della squadra di casa, ha tirato fuori vecchie domande, che erano state sepolte dopo la sconfitta contro l’Udinese. Le due partite, quella di Udine e quella al “Dall’Ara”, sono strettamente paragonabili. Contro i bianconeri la Sampdoria aveva giocato senza esprimere i dettami del suo tecnico, perdendo quell’identità che l’aveva sempre contraddistinta. A Bologna le cose sono andate in maniera speculare: le defezioni a centrocampo prima dell’inizio del match, il cambio obbligato di Strinic e, forse, il gol subito a freddo hanno inclinato la gara su una china irreversibile.

Le partite si possono perdere, se non si perdesse mai e si facessero gli stessi punti fatti al “Ferraris” in trasferta, la Sampdoria sarebbe a lottare per lo scudetto. Certo, vincere contro la Juventus e poi cadere contro i rossoblù vanifica quanto di buono fatto, ma in campo c’è anche l’avversario e, alle volte, ha la meglio. Giampaolo da parte sua non è preoccupato, la sua squadra a Bologna c’era, al netto delle defezioni, dunque si può parlare di un incidente di percorso e non di una regressione mentale: «Non c’entra nulla la mentalità. La mentalità è se avessimo messo un pullman davanti alla linea di porta, se avessimo allontanato palloni, se non avessimo tentato di giocare. Per me mentalità significa questo, fare cose diverse che fino a oggi ci hanno premiato e permesso di avere questo tipo di classifica».

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