Il commento tecnico: Manifesta inferiorità - Samp News 24
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2015

Il commento tecnico: Manifesta inferiorità

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Ieri sera a Marassi si è vista palesemente, con grande brutalità, la differenza fra una squadra forte, organizzata e con un gioco di grande qualità e una che fatica a trovare una identità, nonostante i buoni interpreti nella propria rosa. Il risultato è molto più secco e netto di quanto non esprima in realtà. La Fiorentina è sembrata fin dalle prime battute di un’altra categoria, sia dal punto di vista tecnico (e quello si sapeva) che da quello prettamente fisico. I viola hanno imposto ritmi e tempi di gioco per tutta la partita. La Sampdoria ha vivacchiato, perlopiù, senza mai dare l’impressione di poter anche solo entrare in partita. Infatti, dopo i primi due cartellini gialli agli ospiti (prima del rigore di Ilicic), generati da una buona velocità di ripartenza blucerchiata, non c’è stato pià alcun segno di vita.

 Spiace dirlo ma la Fiorentina di ieri è stata decisamente fuori portata per gli uomini di Zenga. Ma d’altronde cosa ci aspettavamo? Che una squadra in grandissima difficoltà nello sviluppo del gioco potesse anche solo impensierire una compagine organizzata ed estremamente in salute come la viola di Paulo Sousa? Vero che in altre gare, mi riferisco a Inter e Roma, la Samp aveva fatto decisamente meglio di ieri (e ci vuole poco aggiungerei) ma è altrettanto vero che la pericolosa anonima involuzione del gioco, o quello che è stato finora, delle ultime settimane non poteva che culminare con una prestazione come quella contro la Fiorentina. Risultato: Sampdoria totalmente in balia degli avversari, artefice di pericolosi giri a vuoto per conquistare il possesso della palla. Grandi sono i meriti della Fiorentina di Sousa, camaleontica e dinamica nel suo cambiare assetto tattico nei passaggi dalla fase difensiva a quella offensiva. La cosa più preoccupante, a mio avviso, è stata l’enorme differenza a livello fisico fra le due squadre. Questo aspetto negativo mi aveva colpito anche contro Frosinone, Empoli e Chievo (non a caso partite che hanno generato solo due punti). Inutile analizzare tatticamente una partita in cui il Doria non ha praticamente mai gestito il ritmo della gara, ne tantomeno scardinato alcuna sicurezza degli ospiti. Si potrebbe fare un elenco delle situazioni tattiche in cui la Fiorentina ha dato il meglio di sè: ribaltamento su lato debole preciso e sulla corsa, movimenti senza palla perfetti, gestione del pallone a centrocampo sempre a fuoco, il tutto condito da una condizione psicofisca totalmente positiva in ogni suo aspetto. Fermiamoci qui.

 La Sampdoria, così com’è, non basta per fare veramente bene in serie A. O, perlomeno, non è sufficiente per sviluppare le proprie qualità, che ci sono eccome. Come detto settimana scorsa, dopo la trasferta di Verona, le difficoltà derivanti dalla proposizione di un gioco così approssimativo, sporadico, perlopiù anonimo, non sarebbero tardate ad arrivare. La sconfitta di ieri, 0-2 nel punteggio, è molto più netta e deludente di tante altre batoste prese nella storia recente. Non essere al livello del proprio avversario, nemmeno un pò, soprattutto se questa è una grande squadra, non può che essere deleterio e motivo di riflessione se il progetto di crescita è quello che più interessa. Non c’entra la classifica, non c’entrano gli episodi o gli alibi. Qui si parla di prospettiva.

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