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2013

Il pagellone di SN24 – Renan Garcia

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Dopo essersi imposto in cadetteria come uno dei migliori acquisti del mercato di gennio, Renan Garcia trova non poche difficoltà a farsi valere in Serie A. Con Obiang e Poli intoccabili in mediana, il brasiliano vedrà il campo per la prima volta in occasione di Parma – Sampdoria, nel bel mezzo del periodo delle sette sconditte consecutive, con una squadra completamente allo sbando. Non proprio il momento migliore per affacciarsi alla Serie A.

E poi, accadde l’incredibile, la più grande umiliazione che un giocatore possa subire. Inter – Sampdoria, 1 – 1 al 59′ minuto di gioco: Renan entra per sostituire uno sfiancato Andrea Poli. Ma qualcosa non va: il brasiliano è completamente avulso dal gioco, come se si fosse trovato catapultato sul rettangolo verde senza sapere il perché. Senza troppi problemi, Ferrara torna a farlo sedere in panchina per Maxi Lopez dopo appena 20 minuti di gioco. Da allora, l’abisso.

Ma dall’abisso, con la forza e la determinazione, è riuscito a venirne fuori: a un passo dalla salvezza, Rossi decide di schierarlo nelle gare contro Udinese, Catania e Lazio, in cui il mancino brasiliano fa rivedere il lottatore roccioso e determinato che i tifosi avevano apprezzato in Serie B. Dott. Jekyll e Mr. Hyde, per rendere l’idea.

Nel mercato di gennaio Renan Garcia ha avuto più volte la possibilità di scendere di categoria per trovare più spazio, grazie al grande interessamento del Cesena. Ma dopo essersi conquistato la promozione sul campo, voleva dimostrare di poter calcare anche lui i campi più importanti. Rossi ha saputo premiare la sua pazienza, il suo lavorare in silenzio, mai una dichiarazione fuori posto, mai un mal di pancia. L’anno prossimo, Renan potrà ricominciare col piede sinistro, quello giusto.

Alla faccia della spocchia e della presunzione con la quale certi giocatori si affacciano alla Serie A, Renan meriterebbe un 10, per il suo saper stare a posto e le doti umane dimostrate nel momento in cui si è trovato a fare la spola tra la panchina e la tribuna. Ma qui, si valutano le prestazioni nell’arco di un campionato: voto 5,5, anche se per lui vale lo stesso discorso fatto per Maresca: troppe poche prestazioni per poter essere giudicato come si deve. Ma se non altro c’è la speranza, se non la certezza, che nella prossima stagione la musica sarà completamente diversa. La dimostrazione che con il duro lavoro si può uscire dalle difficoltà.

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