Hanno Detto
McAteer rivela: «La Sampdoria mi voleva, ma poi mi sono rotto un ginocchio e…»
Jason McAteer, ex giocatore del Liverpool, ha raccontato i retroscena dell’interesse che la Sampdoria nutriva per lui: le sue parole
Jason McAteer ha rilasciato una lunga intervista per l’Irish Mirror nella quale ha accennato ai blucerchiati. L’ex giocatore del Liverpool ha raccontato che la Sampdoria ha provato a portarlo in Italia quando giocava per i Reeds. Le sue parole:
INTERESSE DELLA SAMPDORIA – «Quando ero al Liverpool, ho ricevuto una telefonata da un agente in Italia che mi chiedeva se volevo andare alla Sampdoria. Ero un po’ lusingato. Mettiamola così, ho iniziato a imparare l’italiano. Erano al telefono tutto il tempo, mi controllavano e si assicuravano che stessi bene, chiedendomi cosa avrei fatto alla fine della stagione E poi mi sono rotto una gamba giocando per il Liverpool contro il Blackburn, e loro sono andati in una direzione diversa. Se si fosse trattato di fare un’offerta, non so se sia successo».
SCENARIO – «Ma se mi è stata data l’opportunità di andare, non lo so, perché ero al Liverpool, quindi sarebbe stato estremamente lusinghiero. La Sampdoria all’epoca aveva un record di giocatori in arrivo – Graeme Souness, David Platt – quindi era una mossa molto, molto di moda. Probabilmente sarebbero stati in grado di competere con i salari di allora. Ma non so se il mio cuore mi avrebbe lasciato andare».
CARRIERA – «Guardo indietro alla mia carriera e penso, una volta lasciato il Liverpool sarebbe stato bello andare all’estero, sarebbe stato bello imparare una lingua diversa, vivere una cultura diversa, vedere il calcio in un modo diverso. Ma sfortunatamente non è successo del tutto. Sampdoria e Siviglia erano club enormi, e ovviamente ero lusingato. Non ne ho idea… come ho detto, mi sono rotto una gamba. Le telefonate si sono fermate e ho finito per interrompere le mie lezioni di italiano. Ma mi stavo divertendo, mi stavo davvero divertendo a imparare l’italiano.. Mi piacerebbe riprenderlo. Probabilmente l’ho fatto per circa quattro mesi. Ho fatto un buon tentativo, avevo un tutor privato. Dire il mio nome e chiedere un po’ di pranzo era quello che avevo nella borsa. Anche qualche parolaccia!».