Medulla: «Il problema Sampdoria è lì e scotta, bisogna risolverlo»
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Medulla: «Il problema Sampdoria è lì e scotta, bisogna risolverlo»

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Maurizio Medulla, presidente del Museo Samp Doria, ha fatto il punto sulla situazione del club blucerchiato: le sue parole

Maurizio Medulla, presidente del Museo Sampdoria, ha parlato a Good Morning Genova, della situazione del club blucerchiato. Le sue parole.

SAMPDORIA«La Sampdoria non nasce dalle periferie. Sampierdarena era il  comune più ricco di Genova, prima dell’accorpamento del ’26 e l’Andrea Doria aveva le sue radici nel centro della città. La crisi societaria la conosciamo tutti e sappiamo quale sia la situazione della società in questo momento e siamo tutti in trepidante attesa perché, a prescindere dalla categoria, noi ci saremo. Siamo quattro in famiglia e quattro abbonamenti saranno rinnovati. Io credo che la Sampdoria non morirà perché finché ci sarà un tifoso della Sampdoria che porterà una bandiera allo stadio, allora vivrà. Chiaro che la situazione societaria è difficile perché il CdA ha a che fare con dei conti, la Samp costa dei soldi e siamo in ostaggio di un personaggio che in nove anni ha spolpato quello che si poteva spolpare e che, se si levasse dalle balle, sarebbe una cosa buona per tutti, soprattutto per i tifosi».

FUTURO – «Gli investimenti si fanno su queste società e non su quelle che stanno benissimo, perché costano una montagna di soldi. Io credo che la Sampdoria abbia ancora un appeal, al di là di essere la maglia più bella del mondo. La maglia della Sampdoria ha un significato, ha un rapporto con i suoi tifosi che è meraviglioso. Io credo che ripartendo dalla tifoseria della Sampdoria si possa fare un percorso importante. Con le banche, chiaro che hai cento milioni di debiti, li rimoduli in dieci anni e manco li senti. Ci vuole la volontà di investire ma, soprattutto, di avere all’interno della società delle persone serie. Secondo me questo è mancato negli ultimi anni, lo dico anche con un po’ di rabbia. La Sampdoria deve essere trattata come una persona di famiglia e non come un lavoro che devi fare tanto per farlo. Credo che sia la cosa più sbagliata. Persone che amano la Sampdoria ce ne sono tante a Genova, e non solo a Genova e, credo, si debba ricominciare da lì».

GESTIONE«Qualcuno si è anche nascosto dietro a Ferrero, perché conveniva nascondersi e conveniva fare certi giochetti e certe cose. Lo dico anche con un po’ di cattiveria, spero che questa gente decida di andarsene, che scadano certi contratti e certi personaggi vadano altrove. La Sampdoria è un bene, è amore, è la passione della gente. Trattare questa passione con una supponenza e come se facessi spazzolini da denti o carta da fotocopie credo sia sbagliato. Ci vuole cuore e ci vuole amore per gestire una società di calcio, la Sampdoria lo ha sempre dimostrato anche nei momenti più bui, anche nei presidenti. Non abbiamo avuto presidenti immensi, Colantuoni ne è la dimostrazione. Poi è arrivato Paolo Mantovani, che ci ha dato una dignità incredibile, un amore ancora più forte. Gente, poi, come Enzo Tirotta e Spigoli hanno dato molto alla Gradinata, hanno dato un modo di essere sampdoriani che deve continuare ad essere quello. I ragazzi della Gradinata hanno fatto un lavoro incredibile.La gradinata è compatta e si può ripartire da lì ed io, su questo, sono molto ottimista».

MATURITA’ – «Io mi permetto di chiamarlo eccesso di maturità. Tu hai fatto una cosa perché si parlasse del problema Sampdoria e si è parlato solo di quello. E, soprattutto, non sei andato oltre di un millimetro ed hai fatto in modo che quella tua manifestazione servisse ad aiutare la Sampdoria. E’ questa la prova di maturità dei tifosi».

TIFO – «L’esempio lampante è Sampierdarena. Era facile tifare per la Sampdoria, tenendo presente che nascono gli Ultras nel 1969 a Sampierdarena. Adesso, la città è mischiata, prima c’erano quartiere di parte e ora non ci sono più. E’ un problema generazionale, ma da quel punto di vista lì vedo in Gradinata tanti giovani e penso che il futuro sia roseo. Adesso stiamo patendo un momento, ma la storia dice Sampdoria. L’anno prossimo sarà il tredicesimo anno sotto il Genoa ma, come dice un tifoso famoso, ci vogliono tre belini e sei vite per pareggiare, quindi da questo lato sono contento. Poi, la maglia blucerchiata ha il salvagente. Questo momento passerà e si risolverà, perché si deve risolvere. Il problema Sampdoria è lì e scotta, quindi, bisogna risolverlo».

CONSIGLIO AI TIFOSI «Io non la meno, quindi ci rimango male se me lo vengono a menare. E’ il loro momento, è un’onda che va fatta passare. Ribadisco, il futuro sono i tifosi della Sampdoria. Ho fiducia che si risolva la situazione e che si riparta in modo serio dalla Serie B e poi, cerchiamo di avere fiducia e di vedere dietro l’angolo un futuro roseo. Non arriveremo più a vincere uno scudetto sicuramente, forse neanche a giocarcelo però credo che dignitosamente in Serie A ci possiamo stare. E anche bene».

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