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Murru non si scompone: «Sette milioni per me? Non mi pesano»

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Murru traccia un bilancio dei primi mesi in blucerchiato: «All’inizio con Giampaolo non è stato facile, ma mi sto migliorando. I liguri? Diffidenti, ma sanno scaldarti»

Dopo un difficile periodo iniziale, Nicola Murru si è preso la fascia sinistra della Sampdoria: certo ha aiutato anche il problema legato al rinnovo contrattuale di Ivan Strinic, che fino a gennaio era stato l’indiscusso titolare – con merito – sull’out mancino. Nel momento del bisogno, però, il terzino sardo ha saputo farsi trovare pronto, anche se qualche ingenuità è stata commessa, tanto che alcuni tifosi si sono lamentati dell’eccessivo prezzo pagato dalla Sampdoria in estate per il suo cartellino: «Penso che i sette milioni spesi per il mio cartellino non debbano essere un peso – ha affermato il numero 29 blucerchiato –, ma uno stimolo per fare ancora meglio». La maglia da titolare ormai sembra sua – con Strinic relegato in panchina – ma il terzino frena gli entusiasmi: «Non sono padrone di niente, cerco di dare tutto sempre, poi decide il mister. Non credo che sia l’assist ad avermi fatto svoltare, quanto il giocare con continuità. Diciamo che quell’episodio mi ha aiutato ad avere spazio e giocando si diventa più convinti».

Inizialmente, gli allenamenti con l’allenatore doriano Marco Giampaolo non sono stati affatto semplici, nonostante l’impegno profuso dal classe ’94: «Non sono stati facili i primi mesi col mister, venivo da un altro tipo di gioco e mi sono dovuto adattare, ma ho sempre saputo che mi avrebbe migliorato. Io cerco sempre di dare tutto – ha continuato Murru al Secolo XIX, poi è l’allenatore a decidere. Devo crescere ancora, il mister mi ha aiutato tanto con dei lavori extra e lavoro ogni giorno per migliorare i miei difetti, come l’aggressività: Giampaolo mi dice di essere più razionale, magari metto in campo troppa adrenalina e prendo dei gialli inutili. Noi difensori siamo fatti per evitare i gol avversari, e quando succede godo come avessi segnato. È successo rincorrendo Belotti del Torino lanciato in porta. Da quando sono pulcino mi hanno messo terzino. Non lo saprò mai se sarei stato un buon attaccante». Infine, una breve battuta sulla tipica “accoglienza ligure”: «Qui mi trovo bene, anche se appena posso torno con la mia compagna sull’Isola. Trovo che noi sardi siamo più ospitali, ma anche i liguri, dopo un’iniziale diffidenza, sanno scaldarti».

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