Pagliuca su Vialli: «Il suo ricordo sarà sempre dentro di me. Vi dico cosa mi manca di più di Luca»
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Pagliuca su Vialli: «Il suo ricordo sarà sempre dentro di me. Vi dico cosa mi manca di più di Luca»

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Pagliuca su Vialli: «Il suo ricordo sarà sempre dentro di me. Vi dico cosa mi manca di più di Luca». Le parole dell’ex portiere della Samp

Gianluca Pagliuca, ex portiere della Sampdoria, ha ricordato Vialli nel giorno del primo anniversario dalla sua scomparsa. Ecco le parole rilasciate all’edizione genovese de La Repubblica.

STESSO NOME – «No, non c’entra niente. C’entra aver perso un amico straordinari, un compagno di squadra stupendo con cui ho passato sei anni meravigliosi.Il suo ricordo sarà sempre dentro di me, indelebile. A gennaio, perchè c’è la ricorrenza, perchè ci pensi di più, ma tutto l’anno perchè un’ immagine di Luca, una sua parola, una sua battuta, una sua risata può venirti in mente in ogni momento. Ti immedesimi e ti sembra i vederlo affianco, con la sua saggezza, il suo buon umore, la sua voglia di vivere, la sua capacità di sdrammatizzare. Conoscerlo frequentarlo , è stato un privilegio. Per me. Per tutti noi. Vincenti lo siamo stati tutti bravi in campo lo eravamo, sennò non si conquista lo scudetto armonie e amicizia da sole non bastano, ma noi eravamo diversi, unici e lo ha capito meglio con il passare del tempo».

MALATTIA – «Forse, perchè lui comunque era un vulcano, pieno di idee e a noi piaceva assecondarle. Ci conoscevamo la situazione e vederlo ci dava grande gioia. Però attenzione: chi conosce Vialli sa cosa dico, mai in pubblico si è parlato della sua malattia, apertamente, fra di noi a tavola. Tutto si è sempre affrontato con la massima discrezione. sE rimanevi da solo con lui chiedevi. E se qualcosa ti diceva, stando attento a proteggersi, ma anche non a ferirti, a non intristirti. Era una fenomeno nelle rovesciate, ma anche nel sapere come relazionarsi con gli altri. Un vero leader. Spesso rifletto e capisco che da lui mi manca soprattutto il contatto. L’approccio diretto. Tanto è vero che di mille aneddoti, ne vorrei ricordare essenzialmente due, il primo e l’ultimo incontro».

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