Pisano: «Alla Sampdoria gli anni più belli. Stankovic? Ha le carte in regola»
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Pisano: «Alla Sampdoria gli anni più belli. Stankovic? Ha le carte in regola»

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Marco Pisano, ex calciatore della Sampdoria, ha fatto il punto sulla stagione dei blucerchiati. Le parole del terzino

Marco Pisano, ex calciatore della Sampdoria, ha fatto il punto sulla stagione dei blucerchiati. Le dichiarazioni del terzino ospite alla trasmissione “Lunedì in Rete” su backtothefootballtv.

SAMPDORIA – «Le stagioni alla Sampdoria sono state certamente le più importanti della mia carriera. Il tifoso ama veramente la squadra, c’è tanta passione, lo Stadio è qualcosa di pazzesco. Ai miei tempi c’era una struttura solida e la Società aveva ben chiaro cosa volesse fare. In pochi anni si è passati dalla B, fino a sfiorare una qualificazione in Champions. È vero che il budget per operare sul mercato era limitato, ma c’era una capacità più pragmatica di prendere le decisioni. Oggi purtroppo la piazza sta vivendo un momento molto delicato. Tutti quei problemi che possono investire la Società si riversano sul campo perchè non è facile per un giocatore rimanere indifferente da quello che ti circonda. Un ambiente scettico, calciatori preoccupati, non è semplice».

STANKOVIC – «Ha tutte le carte in regola per diventare un grande allenatore. Sicuramente è uomo carismatico, una figura che specialmente in questo momento ci voleva. Ho visto varie volte la Sampdoria e si comincia a vedere la mano dell’allenatore.

FOTI – «Salvatore era uno dei ragazzi della Primavera che era stato aggregato alla prima squadra. Un bravo ragazzo con doti veramente importanti, slanciato e fiuto del gol. Ha smesso molto presto di giocare (27 anni ndr) evidentemente per ripetuti guai fisici e magari per qualche altro tipo di problema. Nel calcio capita anche questo; quando hai dei problemini a livello fisico e non si riesce ad individuarne la causa, spesso si glissa sulla vera natura. Lo dico con certezza per averlo provato sulla mia pelle, poichè si entra in un tunnel complicato dal quale è difficile uscirne. Sono contento che si stia prendendo delle belle rivincite alla Roma come secondo di Mourinho».

LAZIO – «In occasione di un primo turno di Coppa Italia contro il Ravenna, per una serie di squalifiche dei titolarissimi, vengo chiamato a far parte della spedizione. Arrivato nello spogliatoio vedo una panchina lasciata vuota, con un titolone del Corriere dello Sport e mi metto seduto proprio lì vicino. Pochi istanti dopo entra Roberto Mancini che praticamente mi fulmina con lo sguardo. Era il suo posto! Era sacro! Tutti infatti l’avevano lasciato libero. Alla fine Mancini quasi mi “perdona” rendendosi conto di avere di fronte un ragazzetto. Fu proprio lui, facendo riferimento alla partitella amichevole del giorno precedente a dirmi “Se hai marcato me, puoi marcare chiunque…”. Sono partito titolare e poi sono stato sostituito all’80esimo da Mihajlovic. Gli altri ragazzi che erano in panchina con Sinisa mi hanno spiegato il motivo del cambio. Lo stesso Sinisa aveva molto freddo, e allora rivolgendosi ad Eriksson gli disse “Mister, fammi entrare… ho i piedi gelati!”»

SARRI – «È un allenatore dalla grande esperienza si può collocare in quel tipo di tecnici che insegna calcio. E’ naturale che ci voglia il giusto tempo per assimilarne i principi, poichè il suo modo di interpretare e di vedere il calcio non rientra nei classici canini. La Lazio in questi ultimi anni ha saputo comportarsi anche da provinciale, ma questo è un merito. Basta vedere la vittoria importantissima di Napoli, sintomo che ci sono la giusta mentalità e la voglia di fare calcio».

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