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Esperimenti cercasi: un nuovo ruolo per Sala

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Jacopo Sala non ha avuto fortuna né con gli infortuni, né nel ruolo di terzino destro: un’idea per riciclarlo in una nuova veste

Gennaio 2016: l’Hellas Verona naviga sul fondo della classifica, senza possibilità alcuna di risalire. Si arriva persino all’esonero di Andrea Mandorlini, sostituito da Gigi Delneri, che decide per l’ennesimo strappo della sua carriera (ha allenato il Genoa dopo la Samp e ha deciso di guidare l’Hellas nonostante un passato molto importante al Chievo). Tuttavia, c’è un profilo che si fa spazio in quella squadra: è quello di Jacopo Sala, già lodato l’anno precedente per i suoi progressi e ragazzo duttile, capace di giocare in ben quattro posizioni diverse (mezzala, ala nel tridente d’attacco, terzino destro e persino esterno a tutto campo nel 3-5-2). La Sampdoria, bisognosa di soluzioni nuove, decide di spendere pesantemente su di lui: inizialmente in prestito, Sala viene riscattato per ben cinque milioni di euro. Sul ragazzo c’erano Inter e Napoli; sarebbe dovuto esser coinvolto anche Pedro Pereira (magari nel viaggio inverso, seppur in prestito), ma alla fine le due società si accordano così e tutti sono soddisfatti.

SFORTUNA E ATTESEMontella non attende per farlo esordire: 90′ pieni a Bologna nel ruolo di terzino, 25′ nel turno successivo contro il Torino, ma da esterno destro nel 3-4-1-2. Questo il commento alla sua prima pagella nella sconfitta per 3-2 contro il Bologna: «Sala 5 – Arrivato da poche ore, viene immediatamente messo in campo. Non soffre troppo Giaccherini, ma le sue discese sulla fascia sono tutt’altro che entusiasmanti. Con Cassani squalificato, De Silvestri indisponibile e Pereira promesso sposo dell’Hellas, la scelta è obbligata. La domanda è: con tre terzini destri in rosa, il suo arrivo è necessario? Ne riparleremo a maggio».

Una domanda giusta da farsi, ma intanto arriva la prima costante di questa sua esperienza blucerchiata: gli infortuni. Prima un problema alla coscia a febbraio 2016, poi un altro infortunio muscolare in primavera. Il registro non cambia nell’anno nuovo: altri problemi – muscolari e al polpaccio – gli fanno saltare un totale di 13 partite, mettendo in dubbio la sua disponibilità e di fatto spianando la strada alla consacrazione di Pereira prima e all’apprendistato di Bereszynski poi.

L’altro problema riguarda le attese tattiche: la bontà del giocatore non discute (un concentrato di atletismo e corsa continua), ma la sua collocazione è stata oggetto di discussione. Non per Giampaolo, che a differenza di Montella l’ha visto solo come terzino; un ruolo dove, però, Sala ha dimostrato qualche debolezza, specie al rientro dal primo infortunio. Per altro, l’imprinting di Giampaolo – votato a una squadra di palleggio, un filo diversa da quella in cui è esploso Sala – ha messo a nudo una tecnica di base da affinare, specie nella circolazione del pallone. Il gol concesso a Ragusa in Samp-Sassuolo e soprattutto la prestazione di Verona contro il Chievo rappresentano il punto più basso di quest’anno; con Bereszynski a reclamare spazio, ci si chiede se per Sala non sia il caso di un ritorno al passato.

UNA NUOVA VITA – Fu proprio Mandorlini a proporlo mezzala ed è in quel ruolo che Sala potrebbe ritrovare un po’ di vita. Attualmente la rotazione in quel ruolo propone Barreto, Linetty e Praet; manca però un quarto inteprete, che possa dare qualcosa di diverso in quel ruolo. Sarebbe curioso vedere Sala in quel ruolo nel finale di campionato, come esperimento nelle gare più abbordabili. In fondo, la Samp deve sfruttare questi mesi per capire chi sarà fondamentale per questo progetto e in che modo potrà esser utile. Non c’è dubbio che l’interrogativo riguardi anche Jacopo Sala.

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