Sampdoria, Pezzotti: «Vialli campione assoluto e una brava persona»
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Sampdoria, Pezzotti: «Vialli campione assoluto e una brava persona»

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Narciso Pezzotti ha voluto ricordare tanti momenti vissuti con Gianluca Vialli: le sue parole a La Repubblica

Narciso Pezzotti, alla Sampdoria con Vujadin Boskov e poi alla Juventus targata Marcello Lippi, ha ricordato l’amico Gianluca Vialli. Le sue parole a La Repubblica.

VIALLI«Luca era prima di tutto una brava persona. Voglio ricordarlo così, parlare del campione è troppo facile».

GIOVANE LUCA«Come ruolo era considerato un tornante. Gran cespuglio di capelli, calzettoni abbassati in partita, simpaticissimo, aveva conquistato subito tutti con i suoi scherzi, rappresentava un mix di goliardia e rispetto, qualità trasmetta dalla famiglia».

NAZIONALE«Nel 1986 era stato chiamato da Bearzot come riserva di Conti ai mondiali, ma voleva fare gol e lavorò tanto dal punto di vista fisico e tecnico per diventare un centravanti. Ha voluto questa evoluzione».

LAVORO«Era il mio lavoro. La Sampdoria con Boskov si allenava al mattino. Al pomeriggio, Gianluca mi chiedeva di aiutarlo, tornavamo al campo con il secondo portiere e Bonetti per provare un certo movimento, ad esempio spalle alla porta con finta, da centravanti, poi diventato una sua specialità. Studiava tutto, era un perfezionista. Il contrario di Mancini, grande improvvisatore. Si completavano in modo perfetto».

ROVESCIATE«Dopo un gol contro l’Anderlecht, partendo da metà campo con due-tre avversari attaccati, ormai era inarrestabile. Rovesciate? Era tutto merito suo. Una fu fondamentale per la sua carriera. Quando siamo arrivati con Lippi a Torino era in ombra. Volevano cambiargli ruolo. Marcello fu molto bravo a insistere. Vialli partì male, fece un gol in rovesciata a Cremona, che poteva anche essere annullato per gioco pericoloso, mi ricordo la foto con Dall’Igna, che cerca di colpire di testa, e poi cominciò a ingranare. Gli piaceva stupire, come con la capriola dopo i gol».

LUCA FIGLIOCCIO DI BOSKOV«Se ne dicono tante, questa mi sembra esagerata. Luca era uno dei suoi preferiti, perché era un leader assoluto. Riusciva a trovare sempre una soluzione. Con Mancini succedeva spesso qualche piccolo screzio, perché soffriva veramente tanto per la Sampdoria e non sapeva controllarsi, poi, però chiedeva scusa e Gianluca era importante per far superare tutto».

SCHERZI«Con Souness, quasi tutti i giorni, combinavano qualcosa. Passò poi alla storia il fatto di essersi presentato biondo dal Papa, dopo lo Scudetto, con Bonetti e Cerezo. Erano inguardabili».

SCOMPARSA«La sua scomparsa ha pesato a tutti, Mancini è quello che ha sofferto di più. Ho a casa la fotografia di piazza De Ferrari con lo striscione Ciao Luca. Mi capita spesso di guardarla e mi commuovo. È un pezzo della mia vita come la Sampdoria. Ricordo un messaggio, in cui scritti il testo di uno striscione, che in occasione di un momento difficile per la squadra, mise nello spogliatoio: quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Mi chiamò per ringraziarmi e quasi rassicurarmi. E facile parlare del campionato, preferisco ricordare una gran brava persona».

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