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Sanzione minima per i cori: tutti i motivi

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La Sampdoria ha ottenuto una riduzione della sanzione per aver contrastato con parole e fatti i cori

La temuta sanzione del Giudice Sportivo dopo i cori e la sospensione di Sampdoria-Napoli è arrivata. L’ansia per una possibile squalifica della Gradinata Sud, se non di tutto lo stadio, è svanita alla lettura del responso: multa da 20mila euro e diffida per «avere i suoi sostenitori, nel corso della gara, intonato cori denigratori di matrice territoriale nei confronti dei tifosi della squadra avversaria». La sola sanzione economica è stata comminata anche in luce del diretto intervento di Massimo Ferrero. Il provvedimento è minimo, la Sampdoria era già stata multata in passato – due anni fa la sanzione fu di 30mila euro e l’anno scorso di 15mila euro sempre per i cori contro il Napoli -. In entrambi i casi però non si era mai assistito all’interruzione della gara dopo i reiterati annunci dello speaker dello stadio e questo aveva portato a pensare a sanzioni più gravi.

Il giudice ha considerato diverse attenuanti che hanno ridotto di molto il quantum previsto: ha tenuto innanzitutto conto dell’impegno da parte della Sampdoria nel sensibilizzare i giovani e tifosi a combattere il razzismo. Nella sentenza infatti si fa riferimento solo alla discriminazione territoriale, un distinguo importante perché i tifosi blucerchiati non si sono mai resi protagonisti di manifestazioni di discriminazioni legate alla razza o al colore della pelle riconducibili al razzismo. Questa ulteriore attenuante ha permesso alla società doriana di limitare i danni e, per questo motivo, come riporta il Secolo XIX, non verrà effettuato ricorso contro la sentenza.

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