Thorsby, dalla legge ai soprannomi: «Sono una patata»
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Thorsby, dalla legge ai soprannomi: «Sono una patata»

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Thorsby non nega che la legge è la sua seconda passione e sulla sua duttilità spiega: «Dalle mie parti sarei una patata»

Se non avesse fatto il calciatore, Morten Thorsby sarebbe diventato avvocato. Gli studi di legge, ora interrotti, li aveva avviati e nel suo passato sono tante le battaglie in difesa dell’ambiente. Claudio Ranieri l’ha definito uno dei suoi soldati anche per il sapersi mettere a disposizione, anche in un ruolo non suo: «Non avevo mai giocato terzino, ma va benissimo. Io do il massimo, spero di non deludere l’allenatore e i compagni»

La sua duttilità, messa al servizio della Sampdoria, è una dote che gli avrebbe fatto conquistare un soprannome molto particolare: «Dalle mie parti quando si parla di uno che va bene per qualunque cosa si dice “sei una patata”. In Italia c’è questa politica nei confronti dei giocatori stranieri, finché non termini il processo di apprendimento, giochi poco», conferma al Secolo XIX.

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