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Tonelli si confessa: «Ho fatto delle c…e, ma alla Samp sono rinato»

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Tonelli si racconta: «In passato ho pensato di non giocare più a calcio. Con la Sampdoria? Possiamo dare fastidio»

È stato senza dubbio una delle sorprese più liete del match giocato contro il Napoli, Lorenzo Tonelli. Il difensore arrivato proprio dai partenopei ha giocato una gara diligente, attenta, di grande personalità, conquistando immediatamente il pubblico blucerchiato. Una prestazione importante anche per lo stesso Tonelli, che a Napoli ha vissuto un periodo buoi della propria carriera, dal punto di vista della presenza sul campo: «La mia carriera è sempre stata caratterizzata da alti-alti e bassi-bassi, ma veramente molto bassi. In passato ho anche pensato di non continuare più perché ero mentalmente a pezzi dopo alcune situazioni prettamente calcistiche. Dal punto di vista della gestione fisica qui invece mi sono sentito rinascere perché ho la possibilità di individualizzare molto e mi permette di arrivare quasi al massimo alla partita».

Certamente Tonelli non si è aiutato troppo a volte, dati gli episodi poco professionali che lo hanno riguardato nel passato: «A parte l’episodio Denis – lite negli spogliatoi dopo Atalanta-Empoli, ndr, in tutte le altre ho fatto delle cazzate. Ero sulle ali dell’entusiasmo per le prestazioni, mi sentivo bene soprattutto a livello mentale, invincibile. In campo ottenevo buoni risultati, fuori esageravo. Non ero giovanissimo ma nemmeno così vecchio da capire che certe cose non si fanno… Comunque ho smesso di fumare già da un po’». A giudicare dalle prestazioni, non si può negare che il metodo difensivi usato dal tecnico doriano Marco Giampaolo si attagli perfettamente alle caratteristiche di Tonelli: «La linea mi ha cambiato la vita. Tutto quello che sono diventato – afferma Tonelli a Il Secolo XIX – lo devo a questo modo di giocare. Grazie a Maurizio Sarri ho appreso i concetti e grazie a Giampaolo ho trovato consapevolezza in me stesso».

Adesso però è tempo di pensare solo alla Sampdoria: «Appena arrivato ho pensato che qua c’è tanta qualità a livello di gioco espresso, però non riusciamo ancora a riportarla in campo. Ci manca un pizzico di consapevolezza. Trovandola, possiamo fare un grande campionato, non dico competere con le prime 3-4 però possiamo essere fastidiosi. Com’è giocare per vincere? Io ho giocato sia per la salvezza che per vincere. La tensione della salvezza la percepisci alla fine. Quella per vincere è un martello costante. Dobbiamo metterci in testa di doverle vincere tutte, tralasciando la tensione. Perché possiamo giocarcela con chiunque. Se facciamo questo salto di qualità – conclude Il centrale – possiamo giocarcela con tutti».

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