Stankovic: «Situazione stressante e difficile. Espulsione? Ecco com'è andata»
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Stankovic: «Situazione stressante e difficile. Espulsione? Ecco com’è andata»

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Dejan Stankovic, allenatore della Sampdoria, ha parlato al termine del match di Serie A contro il Torino: le dichiarazioni

Dejan Stankovic, allenatore della Sampdoria, ha parlato al termine del match di Serie A contro il Torino. Ecco le sue dichiarazioni ai microfoni di DAZN.

CRISI – «Mancano i gol e i punti. Diventa frustrante. Un po’ tanto. Contro la Fiorentina dopo tre minuti subisci gol, stasera di nuovo. Se devo rimproverare qualcosa ai miei ragazzi è forse un po’ di attenzione. Abbiamo affrontato un Torino fisico, abbiamo creato qualcosa ma dovevamo fare qualcosa di più. Da fuori è facile fare analisi, ma da dentro quando una partita pesa una tonnellata non è facile giocare. Non è una scusa. Manca la tranquillità. C’è troppa confusione sulle decisioni di passaggio e di giocata. Non abbiamo fatto una prestazione brutta, abbiamo provato a segnare. Paghiamo mezzo errore e subiamo gol. Diventa stressante e difficile. Sabato la partita della vita. Sono qui da un mese e sono pronto per la partita della vita».

ESPULSIONE – «Sono entrato in campo. Per questo è espulsione. Mi sono preso con Radonijc perché non ha buttato fuori il pallone. Ho visto per terra Rincon, è caduto malissimo. Tre giorni prima abbiamo preso gol con Bereszynski a terra e la Fiorentina non ha buttato fuori il pallone e ci ha fatto gol. Lì sono partito urlando in serbo di buttare fuori la palla. Ma non ho insultato l’arbitro. Assolutamente no. Parlando con i miei collaboratori sembrava che avessi insultato l’arbitro, non l’ho fatto. Ho urlato in serbo di buttare fuori la palla a Radonijc. In tanti entrano in campo quando protestano, non pensavo che entrando un metro mi buttasse fuori. Dopo l’espulsione ero arrabbiato. Anche lì ho parlato in italiano, Juric mi ha portato via dicendo che poi mi davano cinque giornate. Non accetto il rosso perché non ho insultato l’arbitro. Avevo la fobia di prendere gol come contro la Fiorentina. Mi dispiace per i tifosi e il club. C’è la partita di sabato, poi vediamo che succederà».

CAMBI DI MODULO – «Questa è la mia quinta partita, non ne ho fatte 25. In queste cinque partite abbiamo spesso giocato a cinque dietro. Dipende poi dall’avversario 5-3-2 mi serve per avere due punte. Cerco di inquadrare la squadra. A Cremona ho vinto perché ho rischiato, loro si sono messi a tre e sono andati in difficoltà. Ho rischiato perché volevo vincerla. Ho fatto cinque cambi. Non mi interessava il modulo. Contro il Torino ti puoi mettere come vuoi, loro ti vengono a pressare uno contro uno. Duelli e forza: io cerco di trovare i giusti giocatori per partite giuste».

ASSENZE – «Ce ne mancavano tanti. Sabiri non si allena da due settimane, ci mancava Leris, Winks non ha mai giocato. Siamo in piena difficoltà. Siamo sempre pronti alle cose impossibile, nessuno regala niente. Partita della vita perché abbiamo un obbligo verso i tifosi che sono frustrati e delusi. Ai ragazzi che hanno dato il 120 % non posso dire niente. Sabato ci servono tre punti e dopo sabato vediamo, tiriamo le somme e facciamo il programma».

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