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Uva: «Giocare a Natale? È una possibilità, ma…»

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In una lunga intervista a “Il Corriere dello Sport”, il d.g. della FIGC Michele Uva racconta il futuro del calcio italiano: «No alle deroghe per i bilanci, gli stadi fondamentali per progredire»

Il calcio italiano sta provando lentamente a rinascere. Se sul campo si vede qualche segno incoraggiante – come l’Europeo disputato in Francia sotto Conte – i club sembrano ancora indietro e bisognosi di novità per tornare protagonisti anche in campo continentale. Il direttore generale della FIGC, Michele Uva, ha raccontato in un’intervista i progressi del calcio italiano.

BILANCI – Mercato e bilanci, investimenti e parametri da rispettare. Dal 2018 muteranno i criteri di iscrizione al campionato: saranno legati all’indicatore di liquidità, al rapporto tra indebitamento e valore della produzione, tra costo del lavoro allargato e ricavi ordinari. «Il percorso intrapreso dalla Federazione con l’obiettivo della solidità del movimento è graduale e la piena applicazione dei criteri per l’iscrizione sarà effettiva con il campionato 2018/19 con l’ingresso dell’obbligo del pareggio di bilancio. Nel frattempo, però, il rispetto degli indici di liquidità, così come il tetto alle rose, il pagamento dei debiti sportivi scaduti e la certificazione dei bilanci, stanno contribuendo a rendere il sistema più virtuoso. Tutti i campionati professionistici ora hanno gli stessi parametri e tutti i club sanno che non si torna indietro. Niente deroghe».

PARTITE NATALIZIE – La serie B di Abodi ha ottenuto risposte brillanti dalla scelta di non fermare il campionato durante le feste natalizie. E anche la serie A ha deciso di sposare il format della Premier, pianificando una giornata per il prossimo 26 dicembre. «Va riconosciuta alla Lega B una lungimiranza che ha prodotto risultati lusinghieri. La Serie A è libera di provarci, sempre nel rispetto della pausa richiesta dai calciatori, ma non riconduciamo allo svolgimento di due gare nel periodo natalizio la soluzione per risolvere il problema del calo degli spettatori negli stadi».

STADI – Stadi di proprietà e contenimento dei costi dei biglietti, in linea con la complessa realtà economica che sta vivendo il Paese: quale spinta può garantire la Figc per aumentare la presenza di famiglie e bambini nelle nostre tribune? «Questo è uno degli argomenti che non dipendono direttamente dall’operato della Federazione. Tocca alle Leghe e ai club sviluppare nuove strategie in questo settore. Sono certo che la strada aperta da Juventus, Sassuolo, Udinese sarà seguita da altre società, ma vedo tempi di reazione troppo lunghi e talvolta progetti poco sostenibili. Bisogna spingere per recuperare il tempo perduto».

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