Editoriale

Vittoria che scaccia le paure, le ansie e forse il nervosismo

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Buona vittoria, con tutti gli elementi necessari per tirare un sospiro di sollievo e per mettersi alle spalle un momento negativo. L’Europa è ancora lì, ma alla Sampdoria serve correggere ancora qualcosa

Festeggiamo per la vittoria, perché il Cagliari rimane da sempre una bestia nera della Sampdoria, ma anche perché è arrivata in una maniera molto beffarda per i sardi, che hanno giocato in maniera fisica e fastidiosa per i blucerchiati. Festeggiamo perché dopo tre sconfitte consecutive serviva vincere e ritrovare i tre punti, quelli che abbiamo perso per strada contro il Frosinone, sempre al “Ferraris”: quei punti che ci mancherebbero per stare sopra ad Atalanta, Lazio e Torino, le squadre con le quali, oramai abbiamo capito, cercheremo di giocarci gli ultimi posti liberi in Europa League. Festeggiamo anche perché Quagliarella è tornato al gol, in quella che è stata forse la sua peggior partita della stagione, ma festeggiamo anche per la prestazione di Gabbiadini, che ha cambiato il peso offensivo del Doria dopo il suo ingresso.

Insomma di argomenti positivi dalla vittoria col Cagliari ce ne portiamo tanti: potremmo parlare anche di Audero, che nonostante una spalla dolorante e che lo ha tenuto in dubbio durante il riscaldamento, è sceso in campo e ha fatto il suo dovere per chiudere la porta e non subire reti, che non accadeva dal 4-0 con l’Udinese. Per non parlare poi di Colley, che ogni partita di più migliora e giganteggia, uscendo palla al piede dalla difesa come il vero nuovo Koulibaly. Il paragone sembra sempre più indovinato, non solo perché entrambi sono passati dal Genk e perché il fisico è lo stesso, ma perché c’è davvero un qualcosa del centrale partenopeo nel nostro gigante gambiano. Poi una chiosa su Gabbiadini: l’attaccante di Calcinate ha abbastanza deluso nell’unica partita da titolare giocata sin da quando è tornato a Genova, ossia quella con il Frosinone, ma da subentrato ha già trovato due reti e guadagnato un rigore, fondamentale ieri. Sembra che nell’assetto tattico di Giampaolo, a conti fatti, si giochi meglio da subentrati che da titolari: è un pensiero che emerge anche guardando Saponara, che quando entra a partita in corso ci incanta con colpi incredibili, ma che da titolare incespica sul pallone e non concretizza praticamente mai nulla. Ovviamente il calcio non è una scienza esatta e che si presta a queste considerazioni molto banali, ma è un aspetto al quale non si può fare a meno di pensare.

Restano comunque dei problemi evidenti, come il fatto che l’attacco della Sampdoria non riesca a sbloccarsi. Il gol arriva solo su rigore, Gabbiadini ha dato un peso maggiore all’asseto offensivo sampdoriano, ma restano i problemi, soprattutto legati a Quagliarella e Defrel: il secondo da falso dieci ha sicuramente giocato meglio di quanto fatto nel primo tempo, ma il primo ha dimostrato non solo un eccessivo nervosismo, ma anche una prestazione insufficiente. La freddezza dal dischetto è unica e rara, invidiabile e che dimostra la caparbietà dell’atleta, ma le polemiche extra calcistiche sarebbero da evitare completamente, per questo non ne parlerò e non mi esprimerò. Cragno resta un portiere dalle altissime prospettive e dalle grandi capacità, come dimostrato con le sue parate, Quagliarella un ottimo attaccante, ma che dopo il record di Batistuta sembra aver sofferto troppo il non aver trovato il gol. Ora che è tornato e si è sbloccato, ci auguriamo tutti che si possa andare avanti così. Chiudo con una chiosa: la scorsa settimana speravo in dieci punti nelle prossime quattro gare e tre sono arrivati. Ne restano sette: Spal nel mirino.

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