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2013

Il pagellone di SN24 – Shkodran Mustafi

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Come Tosi per Icardi: così si potrebbe sintetizzare l’arrivo a gennaio 2012 di Shkodran Mustafi, ricordandolo come uno dei pochi meriti di mercato avuti dalla gestione Sensibile. All’epoca, il ragazzo era poco più che uno sconosciuto nell’ambiente inglese; figurarsi in quello italiano, dove arrivava dopo le esperienze con le giovanili dell’Amburgo e dell’Everton. Nonostante l’esordio in Europa League con i “toffees”, nella Samp relegata in cadetteria trova appena una presenza, per altro nell’ininfluente sfida di Varese giocata all’ultima giornata della scorsa stagione di Serie B.

Tuttavia, Shkodran non si è scoraggiato: il difensore ha continuato a lavorare, ruvido e solido come le radici teutoniche che gli hanno dato origine. Mustafi non vede il campo sotto Ferrara, finché il tecnico – in palese difficoltà dopo sei sconfitte consecutive – decide di non fidarsi più né di De Silvestri, né del fido Berardi. Così è il turno di Shkodran, che esordisce in Serie A in un ruolo non suo, da terzino destro; ciò nonostante, la disfatta di Palermo non cancella una prestazione sufficiente da parte del tedesco, che si candida alla riconferma per il temutissimo derby della Lanterna. Nella stracittadina, Mustafi non tira indietro la gamba neanche contro Vargas. Nella gara successiva, contro il Bologna, il centrale si conferma sulla fascia destra, spingendo anche più di quanto Berardi o De Silvestri avessero mai fatto fin lì. Insomma, Mustafi difetta in velocità, ma non in forza e personalità.

Purtroppo tutto ciò manca a Firenze, dove finisce la prima parte (positiva) della stagione del tedesco: l’espulsione è solo la punta dell’iceberg di una prestazione tipica di chi deve ancora impratichirsi con la Serie A. La doppietta di Savic ha motivo d’essere anche grazie alla sua poca marcatura; così, Mustafi viene messo un po’ da parte. Una presenza a Catania, nel giorno dell’esonero di Ferrara; c’è anche uno scampolo di partita contro il Milan. Tuttavia, la senzazione è che il nuovo tecnico, Delio Rossi, si fidi più del collaudato terzetto Costa-Palombo-Gastaldello e che il tedesco sia una sorta di “primo ripiego” insieme a Rossini. Torna momentaneamente agli onori della cronaca quando lancia Eder per il 2-0 al Chievo, ma i titolari non si smuovono.

Poi ci pensano infortuni e squalifiche a rimetterlo in gioco: a turno, i tre difensori dell’undici di partenza vengono a mancare e Mustafi è sempre pronto. Il suo rendimento è il famoso “usato sicuro”: non sarà un fuoriclasse, ma è concreto, cattivo e sbaglia poco. L’unico errore degli ultimi tempi è stato l’avventato rinvio sul 2-0 della Fiorentina al “Ferraris”, ma glielo si può perdonare; specie se si considerano i salvataggi sulla linea per respingere le conclusioni di Bonaventura e Quagliarella, rispettivamente contro Atalanta e Juventus.

Insomma, il ragazzo si è ben comportato: come molti giovani quest’anno, ha avuto momenti di esaltazione e brutte giornate. Tutto normale, sebbene per Mustafi vada rilevata una discriminante: anche nelle crisi, è stato quello che ha ceduto di meno. La sua linea di rendimento è tutto sommato lineare e non è stata tesa a sbalzi particolari. L’interessamento del Bayer Leverkusen per lui negli ultimi giorni dimostra la bontà del suo acquisto, uno dei pochi di Sensibile che potrebbero essere ricordati con piacere. Forse rispostare Gastaldello al centro e mettere lui come centrale destro potrebbe essere un importante mossa di valorizzazione. Specie se si ricorda come il ragazzo abbia 21 anni e disputerà gli Europei di categoria con la sua nazionale nel prossimo mese.

Personalmente, mi sento di dargli un voto corrispondente a 6,5, perché non è mai facile fare bene in Italia alla prima stagione da difensore: mi auguro che possa riconfermarsi dopo le 17 presenze di quest’annata, per avere un nuovo punto di riferimento per la Samp dei giovani.

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