2015
Mihajlovic: «Rigiocherei la gara col Torino. Genoa, non ti penso»
Sinisa Mihajlvoic e a tutto tondo sul Corriere dello Sport in edicola oggi, proiezioni sul futuro e obiettivi da raggiungere per un tecnico orgoglioso, tutto partendo dal suo carattere, dal suo modo di comportarsi e dal campionato della Sampdoria, pregno di risultati inaspettati.
«Nessuno si poteva aspettare che avessimo questa classifica, ma io dico che potevamo anche avere qualche punto in più. Non ricordo una sola partita che abbiamo vinto immeritatamente, mentre abbiamo lasciato punti per strada contro Cagliari, Napoli e Cesena. Ho trovato una situazione complicata, ma la squadra è cresciuta e, dopo una tranquilla salvezza nella passata stagione, abbiamo chiuso il girone d’andata al terzo posto. Difficile fare meglio. Sognare è legittimo, ma bisogna essere realisti. In estate sono stato l’unico allenatore che ha dichiarato in anticipo che l’obiettivo era stare dalla parte sinistra della classifica e ci siamo Le prossime 4-5 partite diranno molto sulle nostre ambizioni. Stiamo facendo un grande lavoro, ma ci sono squadre più attrezzate di noi».
La partita che Mihajlovic vorrebbe rigiocare è il 5 a 1 contro il Torino, una sconfitta che brucia, pesante, che ha scatenato la rabbia del tecnico: «Con me c’è il tempo degli elogi e dei rimproveri. Sono sempre giusto e tratto tutti allo stesso modo. Non è vero che sono solo un sergente di ferro perché so anche scherzare nello spogliatoio, ma non transigo sui principi. Un’ora prima dell’allenamento tutti al campo e dalle trasferte, a parte qualche rara eccezione, si torna insieme. Se si gioca a Roma, rientro a Genova e poi riprendo un aereo per Roma. Io do l’esempio: se fisso un allenamento alle 7 del mattino, sono il primo ad arrivare; se tolgo un giorno di riposo, mi presento al campo, non rimango a letto. Ho giocato nella Jugoslavia più forte e più squilibrata di sempre. Non abbiamo vinto nulla perché non basta il talento: senza regole e disciplina non si va da nessuna parte».
«Il nostro obiettivo non è arrivare sopra il Genoa, mentre mi sembra che loro abbiano questo pensiero fino dallo scorso anno. Prometto loro che cercheremo sempre di motivarli. Vedendoci davanti non potranno mollare. Ferrero? A cena a Roma mi è sembrato subito simpatico e scherzoso, ma quando si è parlato di lavoro si è dimostrato una persona serie. È un presidente che mi dà molta fiducia, che mi tiene partecipe di tutto e che non si intromette nelle mie scelte, cosa che non gradirei. Ci sono stati motivi di sconto, ma sempre in maniera costruttiva e rispettosa. Lui piace alla gente e fa bene al calcio italiano perché porta allegria in un mondo ingessato».