Ag. Diakité: «Nulla contro la Samp. La colpa è di Mihajlovic» - Samp News 24
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2015

Ag. Diakité: «Nulla contro la Samp. La colpa è di Mihajlovic»

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Modibo Diakité e la strana vicenda di mercato dell’ultimo giorno della sessione invernale. Il difensore ex Deportivo La Coruna arriva a Genova, al Laboratorio Albaro, sostiene le visite mediche e saluta la stampa presente: entra da giocatore della Sampdoria, esce da giocatore epurato, scaricato. «Non ho parlato con Mihajlovic» dice, ma nel frattempo arriva la notizia: il tecnico serbo non approva il trasferimento e chiede un altro difensore. Arriverà poi Munoz, poche ore dopo, e Diakité andrà al Cagliari, dopo pochi giorni. Ovviamente la situazione è curiosa, è sui generis, perché anche stavolta galeotte furono le visite mediche, come per Luis Muriel, con esito diverso.

Per commentare la vicenda a SampNews24.com è intervenuto Ulisse Savini, agente di Diakité, che ha voluto raccontare quanto accaduto, sottolineando quanta poca colpa abbia la Sampdoria, in particolar modo Carlo Osti, in tale vicenda.

Savini, cosa è successo l’ultimo giorno di mercato?

«Diakitè è stato chiamato l’ultimo giorno di mercato per le visite mediche, in base ad un accordo che io avevo preso con la società nella notte tra domenica e lunedì, ma dopo le visite ci è stato comunicato che l’allenatore, Mihajlovic, non era in accordo con l’acquisto del giocatore e che la società avrebbe dovuto ripiegare su un altro difensore che fosse comunque gradito all’allenatore. Noi abbiamo cercato di capire, magari proponendo anche un confronto tra il ragazzo ed il tecnico per tentare di comprendere quale fosse il problema, ma in realtà non c’è stato niente da fare ed alla fine abbiamo deciso di andare da un’altra parte».

Nonostante l’accaduto, lei non ha nulla contro la Sampdoria?
«Conosco il d. s. della Sampdoria da dieci anni e so che è una persona molto corretta, una persona che soprattutto ha portato avanti una trattativa in buona fede, nel senso che l’ha portata avanti credendo nel giocatore, perché gli piace e non è il primo anno che mi chiede di lui: anche quando era d. s. di altre squadre ogni estate mi ha sempre chiamato per richiedermelo. Per questo motivo io sulla buona fede di Osti non ho assolutamente nulla da dire, non ci sono dubbi, ma è ovvio che la decisione non è stata presa da lui, ma dall’allenatore. Se devo cercare un colpevole, quello è sicuramente Mihajlovic, ovvio che poi il tecnico fa parte di una società, ma questi sono problemi interni della Sampdoria, è un equilibrio che io non mi permetto di giudicare, poiché non so come sono organizzati. Ovviamente però quella non è una stata una situazione normale, non credo possa essere una situazione che si verifica tutti i giorni: io credo che un allenatore che in passato ha fatto il calciatore a grandi livelli possa immaginare e debba capire cosa ha passato quel giorno il ragazzo, ma probabilmente non l’ha compreso, perché se l’avesse immaginato, non avrebbe preso una decisione del genere».

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