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Atalanta-Sampdoria, Giampaolo: «Dobbiamo cominciare a vincere in trasferta»

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Atalanta-Sampdoria, Giampaolo presenta in conferenza stampa il match in trasferta all'”Atleti Azzurri d’Italia”. Insidie e punti di forza per battere Gasperini

Dopo la neve arriva la pioggia sul “Mugnaini” di Bogliasco: rifinitura bagnata e conferenza stampa per Giampaolo alla vigilia di Atalanta-Sampdoria. Il tecnico blucerchiato, presenta i temi di una partita che profuma di Europa League, incentrando l’attenzione sugli infortunati, i punti di forza e le insidie in relazione alla squadra di Gasperini: «Domani non è una sfida decisiva, è una partita che può determinare l’avvicinamento a determinati obiettivi. Mancano ancora tante partite prima di chiudere il campionato, domani è un passaggio importante. Arriverà il momento in cui dovremo giocare le partite decisive. La settimana è stata particolare, tra neve, pioggia e freddo: sono stati bravi i nostri giardinieri a metterci in condizione di poter lavorare, anzi con il terreno un po’ bagnato il pallone scivolava meglio. Praet sta bene, abbiamo due indisponibili – Ramirez e Bereszynski -, gli altri sono tutti a disposizione».

L’avversario è complicato, anche per quello che Gasperini ha saputo insegnare alla sua squadra: «L’Atalanta infastidisce chiunque, perché i risultati che ha ottenuto lo dimostrano. È una squadra che ha un modello di gioco completamente diverso dal nostro: né migliore, né peggiore. Sono molto orientati verso l’avversario, hanno giocatori forti fisicamente, veloci nel prendersi gli spazi e ottimi nell’uno contro uno. È una squadra alla Gasperini, lui ha trasmetto il suo DNA alla squadra che per caratteristiche riesce a interpretare benissimo quel tipo di gioco. Dovremo essere bravi a fare le cose giuste: abbiamo lavorato sul campo e molto sui video, è una partita tosta ma per entrambe le squadre. I giocatori diffidati devono stare tranquilli, io a loro non dico nulla. La vittoria non è sinonimo di programmazione delle squalifiche. Sono fatalista: vada come deve andare».

Bisogna riportare il pubblico allo stadio, prima in casa e creare i presupposti perché seguano in massa la squadra in trasferta: «Se la Sampdoria sarà brava saprà centrare l’obiettivo, se no si tireranno le somme e vedremo dove non saremo stati all’altezza: mancano dodici partite e, facendo i conti della serva, devono vincerne 5 o 6. Le partite decisive arriveranno, ma non è questo il momento. Questa ci può dare la possibilità di sbagliare qualcosa in futuro. I calciatori ne sono consapevoli, sanno che è importante, sanno qual è l’obiettivo. Abbiamo sette partite in casa e cinque fuori: sappiamo che dovremo vincerne alcune in trasferta. I nostri tifosi sono straordinari, io voglio innanzitutto che lo stadio sia pieno in casa, agevolando anche quelli che non possono venire: dobbiamo promuovere qualcosa per creare attorno alla squadra sempre un ambiente positivo. Se ci mettiamo in queste condizioni possiamo avere un buon seguito anche fuori casa, è un qualcosa che va sentito come momento importante per la storia della Sampdoria, poi vedremo che cosa vogliamo fare: abbiamo tre mesi di full immersion, le partite decisive saranno le ultime».

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