L'ex Sampdoria: «Non vedo prospettive rosee. Mantovani? Firmai in bianco»
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L’ex Sampdoria: «Non vedo prospettive rosee. Mantovani? Firmai in bianco»

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Mauro Bertarelli, ex attaccante della Sampdoria, ha ricordato il suo passato con la maglia blucerchiata: ecco le sue dichiarazioni

Mauro Bertarelli, ex attaccante della Sampdoria, ha ricordato il suo passato in blucerchiato per poi parlare anche della crisi attuale che sta attraversando la società doriana. Ecco le dichiarazioni rilasciate in una lunga intervista ai microfoni di tuttocampo.it.

GOL DERBY – «Quello fu il mio primo goal in serie A, sotto la Gradinata Sud poi quello fu un derby memorabile che finì 4 a 1 per noi con il casino della carta igienica, sotto il diluvio. Il primo goal sotto la Gradinata Sud è stata una delle emozioni più belle della mia vita, me lo ricordo come se fosse ora. L’infortunio in Coppa delle Coppe contro il Bodø/Glimt. Ero all’apice stavo giocando sempre, segnavo stavo diventando un giocatore importante, poi è successo questo che mi ha massacrato, stetti fermo 1 anno e 8 mesi, dopo non sono riuscito a riprendermi. Facevo bene, ma avevo sempre problemi».

ARRIVO ALLA SAMPDORIA – «C’era l’affare Vialli andammo con Castellani dell’Ancona a Bologna per firmare per la Juve. Ricordo che loro volevano mettere delle cifre non consone al campionato che avevo fatto, io già sapevo che mi avrebbero girato alla Samp perchè l’affare era troppo grosso. Io firmai in bianco perchè sapevo di dover andare a Genova a parlare con Paolo Mantovani, che era un padre di famiglia, una persona eccezionale. Sono andato su a parlare con il Presidente e non mi scorderò mai la scena eravamo in sede io, lui e il mio procuratore di allora che però fece solo la comparsa, quella scena li fu una emozione molto importante al di là del campo da gioco, firmai anche quel contratto in bianco».

FUTURO – «Ad oggi non vedo prospettive rosee. A livello societario non mi sembra una situazione ottimale. Al di là della retrocessione che è quasi certa. Ha la tifoseria e il pubblico dalla sua parte, è una cosa da non sottovalutare, indipendentemente che vada in B o in altre categorie avrà sempre 20-25 mila tifosi al seguito e questo è un dato molto importante. Se riesce a mantenere la categoria e fa la B, faranno un campionato di vertice per tornare subito in A. Se invece fallirà allora li si apriranno altri scenari e non so da dove ripartirebbero».

SOSTEGNO – «Purtroppo, la situazione che si è creata anche da altre persone come l’ex presidente Ferrero, ma forse è meglio non sapere certe cose… È meglio non sapere certe cose, perchè poi quando succedono, la gente che ci tiene, i tifosi s’incazza e poi sono loro a pagarne le conseguenze. Non si può dire nulla alla squadra e all’allenatore, l’unica certezza se dovesse retrocedere o fallire avrà sempre il sostegno della gente. Sono stato 4 anni a Genova e so quanto ci tengono».

GRADINATA SUD – «C’è un ambiente che ti trasmette tanto ma ti lascia tanto tranquillo. La serenità per un giocatore è fondamentale. La tifoseria è sempre vicina alla squadra nel bene e nel male. A Genova, lato blucerchiato deve succedere il finimondo per contestare la squadra, mai contestazioni verso giocatori e squadra, nonostante la retrocessione quasi certa».

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