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Cassano spiazza tutti: «Tornerei alla Samp da ds»

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Cassano gradisce il ritorno alla Samp, ma in un altro ruolo: «Adesso mi riscrivo al corso da ds e partecipo davvero». Quella rissa sfiorata con Mazzarri: «Ecco come andò»

Non lo si vedrà più correre sui campi da calcio e disegnare traiettorie impensabili, ma Antonio Cassano potrebbe presto tornare a grandi livelli vestendo nuovi panni da dirigente: «Mi piacerebbe restare nel calcio, sì. E mi piacerebbe farlo in prima linea – ha spiegato a Il Secolo XIX – area tecnica, osservatore, come direttore sportivo. Due esempi in Italia per me sono Ausilio dell’Inter, che è un top club, e Rossi del Sassuolo, che è un club all’avanguardia… Non l’ho mai fatto, non posso sapere se sono bravo o no. Ma mi piacerebbe contribuire a costruire un progetto, seguendo l’istinto del mio calcio. Che, per capirci, è quello che va dal 1999 a sette, otto anni fa».

Dopo qualche giorno di allenamenti con la Virtus Entella, due settimane fa Cassano ha preso la decisione di appendere gli scarpini al chiodo: «Adesso mi godo la famiglia, vado a correre, gioco tennis e a calcetto con gli amici. Posso anche concedermi una cena in più». Il relax, però, non durerà per molto: «Al prossimo corso a Coverciano mi iscrivo di nuovo e stavolta partecipo. Poi chiaramente dopo devo trovare qualcuno che abbia fiducia in me. Se lo farei nella Sampdoria? Assolutamente sì. Ferrero è un presidente molto sveglio come piace a me, che sa muoversi. Romei mi ricorda molto Galliani, ha competenza calcistica e manageriale».

L’ex numero 99 blucerchiato ricorda bene di quando fu vicino ad approdare al Genoa. Un trasferimento saltato solo grazie all’interesse della stessa Sampdoria, che nel 2015 lo tesserò nuovamente: «Il tempo ha aggiustato tutto. Parliamoci chiaro, non ho mai negato che la Sampdoria sia stata la squadra, la società che mi ha cambiato la vita. Innanzitutto perché mi ha fatto conoscere Carolina. E poi perché arrivavo da quel periodaccio nel Real Madrid. Sarei dovuto andare al Genoa, anzi con il presidente Preziosi l’accordo era già fatto. Poi, lo ricordo benissimo, il 17 agosto mi trovavo in vacanza in un villaggio vicino a Palermo, a Pollina. Ricevo la telefonata del mio ex procuratore e mi dice “guarda, c’è anche la Samp che ti vuole”. A quel punto dovevo scegliere e ho scelto la Samp. Il percorso professionale mi ha portato a vestire la maglia di altre società, ma ho fatto di tutto per ritornare. E adesso, a bocce ferme, posso anche dire che alla Sampdoria, e un po’ anche al Parma, ho fatto vedere il mio calcio migliore».

Tra le tante cassanate della sua carriera, il fantasista barese ricorda quella con Walter Mazzarri, all’epoca allenatore della Sampdoria: «Mattina di Samp-Cagliari, aprile 2009, ritiro. Mazzarri porta sul terrazzo Padalino e Ziegler per parlargli della partita, con la sigaretta in bocca. Io dalla sala della colazione gli dico “basta fumare”. Lui mi sente, reagisce e mi risponde male. Mi salta il tappo, mi alzo per affrontarlo ma la porta a vetri è bloccata. Mi trattengono. Prima decido di non giocare, di rientrare a casa. Poi cambio idea: “gioco ma vado subito allo stadio”. Erano le 11, partita alle 15. Chiamo mio cugino, arriva con la sua Uno e mi porta al “Ferraris”. Sono venuti con me anche il team manager Ajazzone, il ds Asmini e il mio preparatore Tibaudi. Arriviamo allo stadio dopo un quarto d’ora, mi sdraio su un lettino e mi addormento. Mazzarri, intanto, in hotel fa la riunione tecnica, sulla lavagna la formazione, 10 uomini e una X. “Ho litigato con Cassano, non so se sarà allo stadio”. Mi hanno svegliato per il riscaldamento, ho giocato: due assist a Marilungo e un gol», ha concluso Cassano al quotidiano genovese.


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