Cessione Sampdoria: Parodi attacca, Versace risponde
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Parodi attacca, Versace risponde: «Hai venduto la Sampdoria dieci volte»

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Cessione Sampdoria: botta e risposta sui social tra il giornalista Renzo Parodi e l’imprenditore Stefano Versace

Botta e risposta sui social tra Renzo Parodi e Stefano Versace. Nemmeno a dirlo, l’argomento che ha scatenato la diatriba è la potenziale cessione della Sampdoria allo sceicco Khalid Faleh Al-Thani. Il giornalista, nell’ennesimo aggiornamento sulla situazione legata al club blucerchiato, ha tirato in ballo l’imprenditore definendolo “gelataio”. Immediata la replica dello stesso Versace, che ha confutato le numerose informazioni scritte in questi mesi da Parodi. Rivelando anche che il produttore cinematografico Francesco Di Silvio non farà parte dell’organigramma societario.

PARODI – «Renzo Parodi, non essere permaloso. Devi ammettere la realtà e farne tesoro per il futuro. Negli ultimi due anni “hai venduto” la Sampdoria almeno una decina di volte, abbiamo passato una ventina di settimane definitive dove si sarebbe firmato e sono arrivati diversi bonifici. Salvo poi scoprire che non succedeva nulla. E non ti sei inventato niente! Sia chiaro. Per quel poco che ti conosco dai social e per quello che mi hanno raccontato di te sei una persona sincera e trasparente e questo toglie ogni dubbio sul fatto che tu abbia inventato notizie. Se hai commesso un errore (e a mio avviso lo hai commesso), è stato non verificare la notizia. Hai dato la notizia che si era aperto il conto escrow con annesso deposito un mese fa circa. Bene, il conto aperto era in realtà normale e senza fondi all’interno».

NOTIZIE INESATTE – «Hai scritto che la lega aveva dato il suo nulla osta al veicolo per traghettare la Samp. La lega non ha mai ricevuto nessuna documentazione in merito. Hai annunciato che stavano conducendo la due diligence: bene, fino a ieri sera (oggi non ho ancora chiesto verifica) nessuno è entrato nella dataroom. Si è detto (non solo da te) che era stata fatta un’offerta di 40M senza fare due diligence salvo poi volerla fare appena si chiede un conto escrow, ora (ma questa è solo una mia impressione personale e non un fatto) a me sembra una scusa tipica da exit strategy. Erano notizie facili da controllare. Questo è stato l’unico tuo errore».

DI SILVIO – «Ora converrai con me che la maniera di portare avanti la negoziazione non sia stata proprio ortodossa. E i miei dubbi sullo stile di Di Silvio sono confermati da telefonate coi diretti interessati che escludono la sua presenza nella eventuale nuova società. Quindi, in conclusione, qui non si tratta di sperare in fallimenti o di dire “lo avevo detto”. Si tratta di aver paura di finire nuovamente nelle mani di un altro Ferrero. Paura dissipata dalla conferma che FDS non farà parte della società (fino a prova contraria). Tutti speriamo di avere uno sceicco Proprietario perché siamo doriani, ci emozioniamo quando perde e andiamo a Cremona in 3000 da ultimi in classifica, pensa con un magnate che ti compra messi».

RISCHIO FALLIMENTO – «Nessuno può remare contro (a parte i bibini che mi sembrano già abbastanza spaventati dall’idea di vederci in mano a uno sceicco). Ma non abbiamo più denti da latte e soprattutto abbiamo tutti qualche capello bianco per non notare qualche pericolosa anomalia. Ora aspettiamo tutti la firma e il bonifico per tornare a parlare di calciatori e risultati. Davvero nulla di personale, anzi, ma andava chiarito questo aspetto. Ps: non credo minimamente nel fallimento del Doria. Se lo sceicco si ritira c’è qualcuno che per potersi guardare allo specchio e non avere problemi con mezza Genova, dovrà assumersi per forza le sue responsabilità».

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