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Chi è Rigoni, l’eterno incompiuto che può cambiare la Samp

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Conosciamo meglio il nuovo rinforzo blucerchiato: grande tecnica, vizio del gol e una carriera che ancora non è del tutto decollata

Dopo l’esperienza dello scorso anno con l’Atalanta, Emiliano Rigoni torna in Serie A. La Sampdoria ha ufficializzato l’acquisto del nuovo numero 10 dallo Zenit. Cerchiamo di conoscere meglio il rinforzo blucerchiato, soprattutto per capire quale sarà l’esatta collocazione tattica del classe ’93 nello schieramento tattico del tecnico doriano Eusebio Di Francesco. Rigoni si forma calcisticamente nel Belgrano, balzando agli onori della cronaca sportiva a partire dal 2016, quando si trasferisce all’Independiente.

Qui la carriera di Rigoni subisce un decisivo passo in avanti: 51 presenze totali e ben 16 reti e 8 assist in un anno e mezzo attivano le grandi squadre europee, che iniziano a darsi battaglia per il suo cartellino. Alla fine la spunta lo Zenit, che versa 9 milioni all’Independiente nell’agosto del 2017. L’impatto con il campionato russo non è però dei migliori: il 2017/18 si chiude infatti con sole 17 presenze in Premier Liga – la Serie A russa – e nessun gol realizzato. Se in campionato Rigoni fatica, in Europa League l’attaccante si trasforma: 5 gol nelle prime 6 partite del girone e un bottino finale di 6 reti e 2 assist in 10 partite. Lo scorso anno, poi, il passaggio all’Atalanta – prestito oneroso con diritto di riscatto. Con Gian Piero Gasperini non nasce però la giusta alchimia tattica e l’argentino, a parte la serata di gloria contro la Roma allo stadio “Olimpico”, non vede spesso il campo: a gennaio fa ritorno in Russia, con un bottino di 12 presenze in A e tre reti all’attivo.

Ad attendere Rigoni dopo l’annata in chiaroscuro a Bergamo ci saranno ancora l’Italia e la Serie A: alla Sampdoria, sotto la guida di un tecnico come Di Francesco, potrebbe finalmente compiere il vero e proprio salto di qualità in uno dei cinque maggiori campionati europei. Da un punto di vista tecnico-tattico, Rigoni è il classico tuttofare di un reparto offensivo: in carriera il classe ’93 ha fatto la prima punta, la seconda punta, il trequartista. Il suo ruolo naturale – e quello che interessa alla Samp – è però quello di esterno destro d’attacco. Giocatore molto tecnico, in possesso di un tocco di palla morbido, Rigoni si distingue soprattutto per le sue qualità nel creare superiorità numerica e per la una visione di gioco ben più ampia – il passaggio filtrante, il no look per mandare in porta il compagno – rispetto a quella di molti suoi colleghi.

Si tratta certamente di una scommessa importante da parte della Sampdoria, sia per l’investimento economico sia per la capacità del giocatore di poter essere decisivo anche lontano dall’Argentina – cosa mai del tutto dimostrata. Rigoni è infatti il tipico giocatore che rischia di vedersi appiccicata addosso l’etichetta di incompiuto. Certo, c’è ancora tempo per migliorare e stupire, ma a 26 anni quello blucerchiato potrebbe essere anche l’ultimo treno per dimostrare di poter dare molto di più di quanto non si sia effettivamente ancora visto in Europa. Starà anche a Di Francesco mettere Rigoni nelle migliori condizioni per potersi esprimere al meglio nel tridente doriano, trovare quella giusta chimica per permettere all’argentino di mettere tutta la sua tecnica al servizio della squadra e incidere profondamente sulle partite. La curiosità di vedere come possano andare le cose, da parte dei tifosi, è molta. Il tempo dirà se la scelta della società di Corte Lambruschini è stata lungimirante o meno.

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