Sassuolo, Dionisi avverte la Sampdoria: «Berardi il nostro Mbappé»
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Sassuolo, Dionisi avverte la Sampdoria: «Berardi il nostro Mbappé»

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Alessio Dionisi, allenatore del Sassuolo, ha rilasciato alcune dichiarazioni in vista del match contro la Sampdoria

Alessio Dionisi ha svelato i segreti del Sassuolo in vista del match di Serie A contro la Sampdoria. Ecco le dichiarazioni rilasciate dal tecnico neroverde ai microfoni del podcast L’Ultimo Uomo.

FILOSOFIA – «Sassuolo più verticale rispetto alla precedente gestione secondo i dati? I grandi numeri non dicono menzogne, poi bisogna guardarci dentro, ad esempio bisogna vedere nelle 15 partite con chi si è giocato, se si è passati in vantaggio o svantaggio perché fa differenza, alcune si chiudono, alcune sono più aggressive e gli atteggiamenti delle avversarie ti portano a sfruttare certe caratteristiche. Sicuramente nelle nostre caratteristiche c’è l’attacco in verticale, fermo restando che l’obiettivo è sempre giocare, però non trascurare mai, per essere imprevedibili, l’attacco alla profondità e la verticalizzazione immediata. Subito in verticale dopo la riconquista? Dipende. Poi il dipende porta a sbagliare sempre, perché va riconosciuto nel momento, nella partita, ma il momento migliore per attaccare secondo me è dopo aver perso palla e riconquistata. Dipende anche che azione ha preceduto la riconquista, dal momento di partita, perché se è stata un’azione verticale è più difficile riconquistare e riattaccare subito perché rischi di spaccare la squadra, se invece lo sviluppo è stato manovrato è più facile aver portato una buona densità di giocatori in zona palla ed è più facile riaggredire e riconquistare, e per me è il momento migliore per riattaccare, fermo restando che anch’io chiedo a volte ai giocatori di consolidare e non verticalizzare ma ci alleniamo per riconquistare e riattaccare, ma secondo me è il momento migliore dove la squadra avversaria non fa in tempo a riorganizzarsi in fase offensiva».

BERARDI – «Ci è mancato tanto. Quanto potrebbe mancare Mbappé alla Francia? Secondo voi, la Francia otterrebbe gli stessi risultati senza Mbappé? Di gioco sì ma parliamo di un gioco a basso punteggio dove chi determina sono quasi sempre gli stessi giocatori, non volevo fare il paragone Mbappé-Berardi ma per certi aspetti è stato più determinante Berardi nel Sassuolo in questi 9-10 anni di Serie A con il Sassuolo che Mbappé con la Francia perché lì ha anche altri campioni. La presenza di Berardi alza il livello di tutti, poi per certi aspetti alcuni giocatori si responsabilizzano senza la sua presenze e questo te lo ritrovi. Berardi sposta tanto, lo fa anche in allenamento».

ATTENZIONE AI DATI – «I tiri in porta per me sono tra i più importanti, a favore e contro, perché per me e per la nostra squadra, tanto. Uno perché se non vuoi prendere gol non puoi concedere tiri in porta, se vuoi vincere devi tirare in porta, se la devo stringere è questa. Se la devo rendere più tecnica, per me la finalizzazione è la conclusione di un’azione, che per me, la logica di un’azione è la conclusione. Se non c’è la conclusione in un’azione è perché l’ho voluto io, se non c’è conclusione più volte è troppo facile giocare. La finalizzazione deve essere la conclusione dell’azione e ti permette di accorciare in avanti, di riaggredire, invece spesso se non si finalizza si tende spesso a rischiare di giocare indietro, in orizzontale, concedendosi agli avversari, perché spesso le squadre quando sviluppano sono più aperte e quindi già concedi dei vantaggi agli avversari se sviluppano, se in più non hai in testa di finalizzare, ti presti troppo in caso di riconquista. Il dato dei tiri in porta non è il più importante ma è un dato importante perché fa differenza se tiri o non tiri, se subisci o non subisci. Poi bisogna analizzare perché una squadra che i primi due tiri crea due grandi occasioni e fa due gol, è difficile che calci più degli avversari, bisognerebbe analizzare ogni gara ma sono sensibile al dato dei tiri in porta».

PINAMONTI – «Si è parlato troppo di Pinamonti, concedimi la battuta, ma è normale. Traorè ad esempio è nato nel 2000, Pinamonti nel ’99, non è che c’è tanta differenza, per certi aspetti Traoré ha avuto un’esperienza che gli ha permesso di crescere più in fretta rispetto ai coetanei. Tornando a Pinamonti, la prima cosa che deve fare è gestire quest’attenzione mediatica che c’è attorno a lui, vuoi perché è stato un acquisto importante del club, vuoi perché è stato acquistato dopo Scamacca, vuoi perché era un giovane promettente e lo è ancora. Io ho trovato un giocatore che deve migliorare e che può aver sofferto questa pressione, seppur siamo il Sassuolo e non le big della Serie A, però per Pinamonti acquistato dal Sassuolo dopo un anno all’Empoli in prestito, la visibilità che gli ha dato questa piazza, l’investimento della società, sono pressioni che non ha mai vissuto e deve gestirle. Io ho trovato un ragazzo molto apposto, molto rispettoso dei compagni e con delle qualità importanti e diverse rispetto a chi lo ha preceduto. I paragoni sono sempre sbagliato perché spesso si paragonano giocatori diversi e ogni giocatori è messo in un contesto è diverso. Pinamonti è nel contesto giusto a Sassuolo, se poi mi chiedi se può fare di più, sì».

TRAORE – «La speranza è che Junior riprenda il cammino interrotto a maggio. Abbiamo forzato il suo rientro dall’infortunio, nel senso, senza correre rischi, come era guarito dalla frattura, abbiamo cercato di dargli condizione giocando ma non è una cosa facile. Il merito che hanno avuto lui e lo staff è che Junior è arrivato alla sosta senza problemi fisici, al tempo stesso non ha trovato la miglior condizione. Ha fatto una seconda parte di stagione l’anno scorso all’altezza delle sue qualità. Il problema di Junior, tra virgolette, perché poi lui è giovane ma gli anni passano, è la continuità mentale, non è semplice trovare continuità in un campionato così competitivo e così mediatico, perché poi alla fine la visibilità può essere una bella cosa ma un boomerang, se non la sai gestire. E per un giovane non è semplice, se ti chiami Traoré e spesso l’anno scorso venivano concessi titoli importanti, se li meritava, ma devi andare spesso a cercare la continuità nella testa che può avere nelle gambe. Io ci sto provando. L’anno scorso ha fatto un campionato in crescendo, mi auguro che dalla ripresa si possa rivedere il Traorè della seconda parte di stagione. Nutro speranze perché deve essere la sua volontà, è la sua volontà, ma tra il dire e il fare…un po’ di differenza c’è, poi lo devi dimostrare».

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