Dossena: «A me sembra che tirare i dadi in una società di calcio sia un esercizio sbagliato. Non ho mai visto così tanta confusione»

Giuseppe Dossena, ex giocatore della Sampdoria, ha espresso la propria opinione in merito all’attualità blucerchiata. Le dichiarazioni

Con due sconfitte nelle prime due giornate, l’avvio di campionato della Sampdoria in Serie BKT è stato piuttosto amaro. La squadra sta ora concentrando tutti i suoi sforzi per preparare al meglio il prossimo incontro, che la vedrà affrontare il Cesena.

L’analisi di Dossena

Per discutere della situazione attuale del club blucerchiato, l’ex giocatore Giuseppe Dossena è intervenuto come ospite nella trasmissione Il Derby del Lunedì su Telenord. Durante il suo intervento, Dossena ha analizzato il difficile inizio di stagione della squadra, offrendo il suo punto di vista sulle cause di queste prime due sconfitte.

Le parole di Dossena sono state un’occasione per valutare le prestazioni e le prospettive della squadra allenata da Massimo Donati. Il suo contributo ha fornito spunti di riflessione per i tifosi e gli addetti ai lavori, con l’obiettivo di comprendere quali possano essere le soluzioni per invertire la rotta e iniziare a conquistare punti. La speranza è che la squadra riesca a superare le difficoltà e a ritrovare la fiducia necessaria per affrontare con successo il Cesena e le successive partite del campionato. Le dichiarazioni:

«A me sembra che tirare i dadi in una società di calcio sia un esercizio sbagliato. Tirare i dadi non è un’offesa particolare, ma affidarsi alla fortuna. A me sembra che l’anno scorso erano arrivate delle certezze alla fine. C’era un allenatore che ha messo insieme una squadra, ha fatto due ottime partite – non parliamo di come si è presentata la Salernitana – però, aveva dato un buon ordine, aveva recuperato qualcuno. Sul piano fisico la società ha deciso di cambiare, si presenta di nuovo questa squadra ai nastri di partenza con la stessa difesa, gli stessi problemi. Quando dico che c’è qualcosa nell’aria, ma io faccio veramente tanta fatica. L’impreparazione, l’incapacità.. è possibile che questa società abbia due direttori sportivi, un presidente che sta dall’altra parte del mondo, uno che ne fa le veci a Milano. Io tanta confusione così non l’ho mai vista. Chi li sceglie questi giocatori, come li prendono? Qual è lo scopo? In un’azienda normale non ci possono essere due amministratori delegati o presidenti..».

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