ESCLUSIVA – Alessandro Eramo: «Mio fratello bocciato prematuramente, ad Empoli per tornare in Serie A » - Samp News 24
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2014

ESCLUSIVA – Alessandro Eramo: «Mio fratello bocciato prematuramente, ad Empoli per tornare in Serie A »

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C’erano a Crotone, a Genova e ci sono ad Empoli. Il riferimento è alla famiglia Eramo. Mirko non è da solo nella sua carriera calcistica. A sostenerlo, al di là dei tifosi, ci sono i suoi parenti. La redazione di SampNews24.com ha contattato in esclusiva Alessandro Eramo, fratello dell’attuale centrocampista dell’Empoli.

Mirko alla Sampdoria, inizia tutto da qui…
«Posso dirti che a giugno, appena appreso della notizia della volontà da parte della Sampdoria di voler puntare su di lui per questa stagione, siamo stati subito contentissimi. Raggiungere la Serie A con i blucerchiati era il suo sogno e quello di tutta la famiglia, la Samp per lui era un punto di arrivo e non di transito. Dopo l’esperienza positiva con la Primavera doriana, speravamo di avere davvero la possibilità di dimostrare che Mirko massima serie poteva starci benissimo».

Dal Crotone in Serie B alla Sampdoria in Serie A, fino al debutto con la Juventus…
«Crotone è stata una tappa fondamentale per la carriera di Mirko, grazie alla società ed alla gente crotonese mio fratello è riuscito a mettersi in mostra, convincendo la Sampdoria a dargli una possibilità. Crotone, come Monza, resterà una tappa importante e felice per la sua carriera. Entrambe sono state due società e tifoserie che resteranno sempre nei nostri cuori per l’affetto dimostratoci, era come se fossimo a casa nostra. Il debutto di Mirko in Serie A, con la Sampdoria, contro la Juventus è stato un giorno particolare per me. Mi sono ritrovato  per la prima volta allo stadio di Genova a tifare la mia squadra, ma soprattutto mio fratello. Alla fine ha prevalso il tifo per Mirko».

Da quella partita, poi, Eramo è stato preso di mira da stampa e non. Come avete vissuto tutto questo?
«Dopo quella partita è cambiata, purtroppo, tutta la storia con la Sampdoria. Sono arrivate critiche da tutta la stampa locale e non, come se la colpa della sconfitta, dovuta poi ad una rete su grande azione della Juve, fosse solo e soltanto colpa di Mirko. Da allora non è stato più convocato da Delio Rossi e non ha mai più avuto un’altra possibilità come invece è stata assegnata a tutti gli altri membri della squadra. Fino ad oggi non abbiamo mai ricevuto spiegazioni e resta un mistero».

A Mirko sarebbe servito più spazio per mettersi in mostra? Si è tanto detto che è stato giudicato solo per la prestazione contro la Juventus…
«Arrivando a Genova eravamo consapevoli del fatto che non sarebbe stato il titolare, ma che almeno potesse giocarsi il posto. Speravamo che stando insieme a giocatori di categoria e allenandosi, qualche partita la giocasse per fare esperienza per crescere tecnicamente, mentalmente ed anche fisicamente. Ma tutto questo non è successo. Dall’arrivo a Genova fino all’ultimo giorno di allenamento, prima di passare ad Empoli, è stato messo da parte dalla società e dall’allenatore. Attaccato e giudicato prematuramente dalla stampa e dalla gente o tifosi solo dopo aver visto una partita nella quale Mirko ha esordito in Serie A. Pensa l’emozione: uno stadio in cui si registrava il tutto esaurito, contro la squadra campione d’Italia. Affrontare un match del genere, all’esordio in Serie A, con gente di calibro mondiale come Tevez, Pirlo, Vidal, Pogba, per citarne due, non è affatto semplice. Sfiderei chiunque a dimostrare il proprio valore con queste condizioni».

Come vi siete trovati in città?
«Non ci possiamo lamentare ,anche se abbiamo vissuto più a Nervi perché Mirko aveva trovato casa li. Il rapporto con la gente non era certo idilliaco, ma alla fine si andava d’accordo con tutti. Con la tifoseria c’era sempre una parte che apprezzava e una che criticava già dall’arrivo a Genova. Il motivo? Non lo so, forse perché sono rimasti risentiti per il gol vittoria che Mirko regalò al Crotone contro la Sampdoria in Serie B»

Questione allenatori: meglio Rossi o Mihajlovic?
«Dobbiamo ringraziare Delio Rossi per aver dato a Mirko la possibilità di esordire in Serie A, ma ci sentiamo anche di rimproverargli il fatto di averlo bocciato troppo prematuramente dopo una partita in cui i veri valori non potevano essere messi in mostra di fronte ad una super potenza come la Juventus. Ringraziamo anche Sinisa Mihajlovic per averlo tenuto in considerazione e per lo splendido rapporto che ha creato all’interno dello spogliatoio, ma anche per la forza che è riuscito a trasmettere alla squadra nonostante i pochi giorni avuti a disposizione».

Il mercato di gennaio vi ha portato ad Empoli, quali sono le aspettative per questa nuova avventura?
«Dopo aver atteso a lungo, finalmente ci siamo trasferiti ad Empoli. Quando abbiamo saputo del concreto interesse dei toscani siamo stati subito contentissimi di accettare, il club azzurro è deciso e vuole puntare su di lui. Le aspettative, a questo punto, sembrano essere molto positive. La speranza è raggiungere la Serie A e giocarsi nuove carte».

Come procede l’ambientamento ad Empoli?
«Molto bene, anche grazie all’aiuto della società e dei compagni, ma soprattutto alla gente ed alla tifoseria che ha accolto Mirko con grande entusiasmo. Siamo stati bene anche a Genova, ma speravamo di vivere un’esperienza professionale più gratificante».

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