Esoneri in casa Samp: Mantovani più conservativi dei Garrone - Samp News 24
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2013

Esoneri in casa Samp: Mantovani più conservativi dei Garrone

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Non è certo passato inosservato un fatto: la Samp, dal maggio 2010 e dal raggiungimento di quello straordinario quarto posto, non è riuscita a vivere un momento sereno dal punto di vistia della direzione tecnica. Nelle ultime tre stagioni e mezza, ci sono stati ben sei allenatori diversi, il che non rappresenta di sicuro un segno di stabilità e continuità. Messe a confronto, le gestioni Mantovani e Garrone sembrano ben diverse; in particolare, l’ultima di Edoardo sta facendo segnare alcuni record in termini di esoneri. Prendiamo d’esempio la famiglia Mantovani: in 14 anni di presidenza, Paolo si liberò solo di due allenatori a stagione in corso. Il primo fu Lamberto Giorgis nel 1979, sostituito da Lauro Toneatto; poi, nell’ultimo anno di B della sua presidenza, Mantovani senior si liberò di Enzo Riccomini e lo sostituì con Renzo Ulivieri, che condusse la squadra nuovamente in A.

Andò peggio al figlio Enrico – come evidenzia anche l’edizione odierna del Corriere Mercantile – che dovette affrontare la fine dell’epoca della “Sampd’oro” e ridimensionare le pretese sul campo. Presidente dalla morte del padre, nel 1993, fino al 2000, fu comunque proprietario del club blucerchiato sino al 2002: considerando il tempo speso da presidente, Mantovani junior collezionò tre esoneri, tutti concentrati tra il 1997 ed il 1999. Prima cacciò Cesar Luis Menotti, arrivato a Genova con l’alloro mondiale nel palmares, ma esonerato dopo otto giornate deludenti; poi collezionò una serie doppia nell’anno della retrocessione, cacciando Luciano Spalletti prima e il tandem Platt-Veneri poi. In totale, così, la famiglia Mantovani si attesta sulla quota di cinque esoneri in 21 anni di presidenza: una media di uno ogni quattro anni. Risultato forse giustificato, pensando anche a tutto quello che hanno portato in casa Samp.

Di meglio aveva fatto Riccardo Garrone, che ereditò la presidenza della società blucerchiata nel 2002. Di fatto, Garrone senior ha gestito la società finché il figlio Edoardo non è subentrato come vice-presidente esecutivo nel maggio 2011: in nove anni di gestione in prima persona, un solo esonero. Domenico Di Carlo venne cacciato dopo un periodo negativo e subentrò Alberto Cavasin, che non riuscì ad evitare la retrocessione. Ben diverso il destino di Garrone junior, che in due anni e mezzo ha cambiato ben quattro allenatori: partito con Atzori nella stagione che doveva essere quella della vittoria assoluta in B, la Samp riuscì miracolosamente a qualificarsi per i play-off grazie a Giuseppe Iachini, che li vinse anche, riportando i blucerchiati nella massima serie. Lasciato immediatamente, si flirtò con Ciro Ferrara: tempo cinque mesi e l’addio all’ex C.T. dell’Under 21, con l’arrivo di Delio Rossi. Un bilancio totale di tre esoneri in 11 anni di presidenza targata Garrone, con cambi d’allenatore concentrati sopratutto nell’ultimo triennio.

Quest’analisi conferma innanzitutto una cosa: la Samp è un ambiente tranquillo ed è solito non prendere decisioni avventate. Proprio questo tipo d’orientamento ha permesso ai blucerchiati di raggiungere certi risultati. Ora, però, molto di tutto questo è cambiato: Rossi rischia l’esonero nelle prossime gare se ci fossero altre imbarcate. E potrebbe essere un’altra tacca per la famiglia Garrone, finora meno conservativa rispetto a quella Mantovani in tema di allenatori.

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