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Ferrero: «Di Bello truffato da Reina, deciderà la Procura»

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Caso Reina-Silvestre, il presidente Ferrero torna sull’episodio: «Deciderà la Procura. Ce l’ho con Reina, non con l’arbitro»

Non si placa la rabbia del presidente Ferrero e dei tifosi della Sampdoria per il torto arbitrale subìto nella gara di sabato sera contro il Napoli. A metà del secondo tempo Silvestre viene espulso ingiustamente per doppia ammonizione, sospettato di aver disturbato Reina nel rinvio, con il portiere azzurro che simula palesemente il contatto e induce all’errore l’arbitro Di Bello.
LE PAROLE DI FERRERO – Il numero uno di Corte Lambruschini, intervenuto ai microfoni di Radio Crc, è tornato sull’accaduto: «Sono ancora arrabbiato, non con l’arbitro ma con Reina. E’ Reina che che ha indotto l’arbitro all’errore e non è la prima volta che lo fa. Di Bello è stato truffato da Reina che è uno dei calciatori più antisportivi che esistono nel mondo del calcio. Lo ha messo nella condizione di sbagliare. Un calciatore dal suo spessore può essere assunto come il nuovo simulatore dell’Alitalia – scherza Ferrero – perché cercano un signore. Reina anziché fare il portiere del Napoli può andare a lavorare lì. Rivedendo le immagini, ha avuto anche la faccia tosta di dire cose inesatte. Noi abbiamo delle persone di spessore nella Procura federale e una categoria di arbitri invidiabili. Sarà la Procura a decidere il da farsi. Di Bello ha arbitrato una partita perfetta e, se Reina non lo avesse indotto all’errore, forse la partita l’avremmo pure potuta vincere. O magari perdevamo o pareggiavamo ugualmente».
RIMPIANTI – L’impresa di sbancare il “San Paolo” stava quasi per riuscire alla Sampdoria, e se non fosse stato per quell’episodio probabilmente almeno un pareggio si sarebbe potuto strappare: «Tutti devono sapere che non sto facendo marcia indietro – precisa Ferrero – ho sempre pagato perché dico la verità e mi amano perché sono una persona genuina. Dico solo la verità, sono un presidente operaio e ho visto che l’arbitro è in buona fede, perché Reina lo ha indotto all’errore. Il Napoli non ha bisogno di niente, ha un grande allenatore e un grande presidente e una squadra forte ed ecco perché prendere quei 3 punti in uno stadio in cui non vince nessuno ci avrebbe dato morale. La vittoria non aveva prezzo – conclude il presidente – ma abbiamo moralmente vinto uguale».

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