Il commento tecnico: Belli e spietati - Samp News 24
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2015

Il commento tecnico: Belli e spietati

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Il Doria gioca una partita spettacolare e liquida spietatamente il Verona di Mandorlini in poco più di cinquanta minuti. Impossibile ieri arginare le scorribande blucerchiate, contraddistinte da un attacco superbo della profondità e un contropiede micidiale in molteplici occasioni.

Walter Zenga ha giocato la partita che aveva pensato nella sua testa e ha messo il turbo all’undici iniziale con la versatilità di Carbonero sulla destra e la giornata fenomenale di Luis Muriel al centro dell’attacco. I due colombiani hanno completamente spaccato in due la partita con un gioco fisico, tecnico ed essenziale. La Sampdoria, come altre volte è accaduto in casa, ha costruito una serie importante di palle gol che ieri, a differenza di qualche settimana fa contro l’Inter, ha concretizzato con grande regolarità e carattere. C’è poco da dire: quando a centrocampo il pallone viene recuperato velocemente e vengono imbeccati i giocatori offensivi sono dolori per tutti. Ieri si è vista, a mio avviso, l’importanza fondamentale di Barreto e Fernando. Due muri invalicabili quando indietreggiano, due incontristi e pressatori dinamici quando si spostano in avanti. Il brasiliano migliora partita dopo partita nella gestione del pallone, sempre oculata e ritmata sulla corsa del compagno in caso di contropiede, oppure precisa e con i giusti tempi in caso di allegerimento sulle fasce o nelle retrovie. Anche Soriano ha lavorato con grandissima perseveranza, non rinunciando mai al pressing senza togliere energie alla sua capacità di attaccare gli spazi palla al piede.

Difensivamente il ritorno di Silvestre e la grandissima solidità di Zukanovic hanno fatto il resto. Il giocatore bosniaco, fantasma totale deleterio nella gara di Frosinone, ha dimostrato ancora una volta che in questo momento al centro, considerando le sue condizioni fisiche non ancora ottimali, rende molto meglio che sulla fascia mancina. L’abbassamento a 4-5-1 dello schieramento tattico ieri ha trovato uno sviluppo perfetto nel primo tempo. Contenimento, recupero palla e rapido attacco degli spazi. Quando la Sampdoria riesce a fare questo con continuità le occasioni tendono ad arrivare copiose. Niente di trascendentale o pioneristico a livello di idea di gioco, sia chiaro. Il merito della squadra ieri è stato quello di spingere forte il pallone verso i propri talenti offensivi senza mai accontentarsi. Ci ha messo del suo anche il Verona, ovviamente. Gli uomini di Mandorlini, orfani di Toni (fondamentale come appoggio nei momenti di scarsa lucidità), non sono riusciti ad attaccare con continuità le fasce blucerchiate, forse il punto debole dell’assetto tattico (Carbonero e Eder faticano in fase difensiva), con tagli e sovrapposizioni. Gli errori difensivi e il baricentro troppo alto hanno condannato gli scaligeri ogni qual volte veniva persa la palla a metà campo.

L’inserimento di Carbonero largo a destra è stato il punto di maggiore interesse nello schieramento di Zenga. Il colombiano ha delle caratterisitiche molto interessanti per il gioco blucerchiato: grande presenza fisica e sapiente gestione della palla. Due aspetti che garantiscono quasi sempre una possibile superiorità numerica una volta che il pallone raggiunge l’ex Cesena. I segnali positivi mostrati a Frosinone dal numero 77, insomma, stanno assumendo i contorni di un giocatore potenzialmente affidabile per il futuro. Non mi sono dimenticato di Eder: il brasiliano, in un periodo di leggero appannamento fisico, trova sempre il modo di rendersi utile. Il passaggio per il gol di Soriano, pezzo di bravura da cornice, e il suo continuo lavoro di pressione e attacco degli spazi non possono passare inosservati. 

Difficile trovare qualche aspetto negativo nella partita di ieri e, sinceramente, sarebbe stupido sforzarsi troppo. La Samp ha divertito e convinto sotto tutti i punti di vista. La concretizzazione di gran parte delle occasioni create conferisce agli uomini di Zenga un aura di spietata bellezza che, almeno per una domenica, riempie di grande positività l’umore di tutto l’ambiente. Una cosa è certa: quando ci si diverte tutto viene più semplice. Forse è proprio questa la direzione da prendere, nel bene e nel male. 

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