L'obbligo di riscatto, una formula giuridicamente inesistente - Samp News 24
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2013

L’obbligo di riscatto, una formula giuridicamente inesistente

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Il prestito con obbligo di riscatto è una formula che si sente sempre di più nel calciomercato moderno: una parte che obbliga l’altra, quasi per tutelarsi, all’acquisto di un qualcosa, in questo caso di un giocatore. Un prestito, spesso oneroso, che però possa assicurarmi in qualche modo che l’acquirente acquisti e riscatti la merce al termine dell’accordo di prestito. Un tempo si parlava di diritto di riscatto, così l’acquirente poteva decidere se procedere all’acquisto definitivo o meno, quasi come una compravendita a prova: se mi piace lo tengo, altrimenti te lo restituisco. Ora la situazione cambia e da diritto si passa a obbligo, ma quanta verità c’è in questa formula giuridica?

Regolamenti alla mano un obbligo di riscatto non è contemplato in nessuna legge o normativa della FIGC, tantomeno della FIFA. La disciplina federale di riferimento, ovvero l’articolo 103 del Noif, parla esclusivamente della fattispecie riguardante la cessione a titolo temporaneo con diritto d’opzione: il diritto di riscatto dell’intero cartellino o della metà, insomma. Però l’obbligo di riscatto lo ritroviamo in molte trattative recenti, ma sovente non viene rispettato questa costrizione. Perché? Proprio perché nessuna normativa specifica, come dicevamo, copre quest’aspetto. La soluzione quindi è: se qualcosa non è riportato significa che non è vietato, ma non è nemmeno tutelato. Puoi farlo, ma non pensare di avere un garante legale se non sei soddisfatto della conclusione.

L’unica vera forma che potrebbe giustificare un obbligo di riscatto è una scrittura privata, tramite la quale le due parti, proponente e accettante, decidono di trovare un accordo in base a un negozio giuridico e in base a un rapporto obbligazionario che, quasi come un accordo tra gentiluomini, porti a un riscatto alla fine della “prova”. In tal caso la scrittura privata andrebbe sicuramente a favore della legge, ma senza di essa difficilmente il Torino, per fare un esempio concreto, potrebbe mettere alle corde la Sampdoria per il riscatto obbligatorio della metà di Sansone a fine stagione. 

Un espediente, ovviamente, che permette alla squadra che acquista di non inserire a bilancio la spesa per il giocatore, tranne per quanto riguarda lo stipendio, e di rivalersi sull’ammortamento del valore del giocatore fino a quando non verrà esercitato il riscatto, opzionale ovviamente. Si dice obbligatorio, quindi, ma si legge opzionale: se poi ci si mette la scrittura privata la realtà muta. Intanto di obbligatorio, per legge e per normativa, non c’è nulla. 

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