La domenica con Lei - A Torino con personalità: è ancora possibile sognare? - Samp News 24
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2014

La domenica con Lei – A Torino con personalità: è ancora possibile sognare?

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Il concetto di “perdere bene”, nello sport, non esiste. Ci tengo a precisarlo perchè ultimamente lo si è sentito troppe volte aleggiare attorno alla coraggiosa e volenterosa Sampdoria di mister Sinisa Mihajlovic. Esiste, eccome invece, il concetto di perdere giocando bene. E’ quel verbo, sostanzialmente, a fare la differenza e a rendere meno amara (anche qui varia da tifoso a tifoso) la terza sconfitta nelle ultime quattro partite della Samp. Il Doria ha giocato bene, contro un avversario nettamente superiore, mettendo sul piatto tutto quello che aveva nonostante l’impresa fosse ai limiti del possibile. La mentalità della squadra, ancora una volta sbarazzina e convinta nei propri mezzi, ha sollevato una folata di complimenti che non sentivo da tempo. Il fatto che si la Samp esca sconfitta dallo Juventus Stadium rimane dunque un dettaglio che, a mio avviso, proprio per la prestazione fornita lascia l’amaro in bocca.

Difficile aspettarsi un risulato come quello dello scorso anno, in cui il Doria giocò molto peggio di come ha fatto sabato sera, anche alla luce dei sei punti conquistati la passata stagione (della serie “per qualche anno ora non ne vinceremo mai una”). La Juventus di Antonio Conte è una squadra fortissima e lo ha dimostrato nei primi trenta minuti dove ha dominato il campo in tutta la sua ampiezza. Non pensate che sia un caso eh. Ogni grande allenatore ha un piano partita che possa garantire, a seconda dell’avversario e di come lo si vuole colpire, un equilibrio basato sulla attuale condizione fisica e mentale della propria squadra. La Juve ha spinto sull’acceleratore nei primi venticinque minuti e ha trovato il gol con Vidal (assoluto fuoriclasse). Poi, dopo il venticinquesimo, la squadra bianconera ha abbassato i ritmi, concedendo alla Samp a sua volta di alzare il proprio baricentro. Il piano partita di Conte ha beneficiato di due episodi favorevoli (non sto assolutamente parlando di decisioni arbitrali) come il gol di Llorente, arrivato da palla ferma, e il rigore per fallo (ingenuo) di Regini su Vidal. Questi due episodi, avvenuti dopo i primi ottimi venticinque minuti della Juve, hanno permesso alla capolista di portare l’inerzia della gara a proprio favore. Il fatto è questo: quando porta la palla uno fra Pogba, Vidal, Tevez, Llorente gli altri tre si possono muovere senza palla. E se a questo aggiungiamo la velocità dei cursori Lichtsteiner e Asamoah abbiamo un quadro della situazione che accentua la letalità della Juventus, basata essenzialmente sulle qualità dei propri calciatori e del sistema di gioco che li fa rendere al meglio. Impressionante è stato Llorente: anticiparlo è quasi impossibile, gioca di sponda, di testa e, se ti punta, ha un primo passo molto efficace. Analizzare la Juventus risulta indispensabile per dare i giusti meriti alla Sampdoria che, soprattutto nella ripresa, ha giocato quasi interamente nella metà campo bianconera sfiorando, con la traversa di Gabbiadini, un pareggio (seppur momentaneo) che sarebbe stato il giusto coronamento a un gioco di squadra caratterizzato da una mentalità offensiva e costruttiva. Benissimo i due mediani, Palombo e Obiang, così come Wszolek, Eder e Gabbiadini ( a proposito è a metà con la Juventus, non in prestito, e so vogliono devono pagarlo). Male Bjarnason, sempre sottoritmo, e Regini, un pò in confusione di fronte al frastornante Lichsteiner e responsabile del mancato fuorigioco sul primo gol e del rigore sul terzo. L’assenza di Costa dal primo minuto mi ha molto sorpreso, visto la sua ottima partita contro l’Udinese, come quella di Sansone, visto che mister Sinisa in conferenza aveva detto che avrebbe schierato la “formazione più offensiva possibile”. Ad ogni modo la mentalità che si è vista allo Juventus Stadium è stata quella giusta: esterni alti e gioco palla a terra per giocarsela fino in fondo. Questo ci aspettavamo dalla Sampdoria e questo hanno dato allenatore e giocatori. 

Di questa sconfitta resta senza dubbio l’orgoglio provato dai tifosi nel vedere la propria squadra giocarsela (bene aggiungerei) contro i campioni d’Italia. Il fatto che si stia creando questa empatia fra squadra e tifosi non può che far bene sperare per il futuro del campionato. Non bisogna però dimenticare che non si sono portati a casa punti e che domenica il Doria affronterà un Bologna motivato anche dal risultato positivo ottenuto contro il Napoli. La squadra c’è, il mister pure e i tifosi si sentono ben rappresentati. L’anello mancante è senza dubbio generato dal mercato dove al tifoso sampdoriano è proibito sognare. Non si può e basta, anche perchè facendo il contrario si pratica puro masochismo psicologico. Il tempo passa e nulla succede. Dagli errori bisogna imparare è vero. Basterebbe poco ad accendere la miccia e a far esplodere ancor di più la potenza dei colori blucerchiati. 

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