La domenica con Lei - Ora ci credono davvero - Samp News 24
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2013

La domenica con Lei – Ora ci credono davvero

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Che la Sampdoria targata Mihajlovic, vista in queste cinque partite, fosse diversa, molto diversa da quella delle precedenti gestioni si era già capito. Ho già scritto nei precedenti articoli in quali aspetti, a livello tattico e mentale, si sono visti i maggiori cambiamenti. Di conseguenza, appurato definitivamente il fatto che stiamo parlando di una Sampdoria nuova e diversa, mi soffermerò ad analizzare la partita contro il Chievo in cui sono emersi temi di sicuro interesse, conditi da una positività contagiosa legata al preziosissimo risultato conquistato sul campo.

Arriverò subito al punto dicendo che la Sampdoria ha vinto la partita a centrocampo, nonostante l’assenza importante di Obiang. Lo ha fatto con personalità e cattiveria agonistica, dominando le linee di passaggio e mantenendo sempre le distanze giuste. Il pressing alto, marchio di fabbrica di Sinisa, è stato eseguito benissimo sia da Palombo (ancora una volta strepitoso) che da Krsticic (splendida la sua posizione fra le linee), bravissimi ad uscire sempre coi tempi giusti e con grande concretezza. A volte si è esagerato un pò coi lanci lunghi è vero ma, vuoi per la bravura del Chievo nel fare densità, vuoi per la presenza di Eder come centravanti (giocatore che cerca spesso la profondità), le cose hanno preso una piega difficilmente convertibile al giropalla orizzontale (che comunque nella ripresa si è fatto con maggiore successo e continuità). Renan, titolare per la seconda volta in questa stagione, ha fatto il suo compitino, soprattutto in fase d’interdizione, ma non ha inciso nella metà campo offensiva dove, al contrario dei suoi compagni, ha mal accorciato sui portatori di palla e supportato senza costanza l’azione offensiva. Ottimo l’impatto di Bjarnason, nella ripresa, e di Gabbiadini, come esterno sempre pericoloso nell’uno contro uno. Una menzione speciale va fatta sicuramente a Soriano che, dall’arrivo di Mihajlovic, sembra un altro giocatore. Io personalemente, sarò sincero, non l’avevo mai capito e, soprattutto, non capivo come potesse giocare a questi livelli. Alla luce delle ultime partite, invece, devo ammettere che il ragazzo sa il fatto suo. Qualità, quantità e alta percentuale di passaggi completati: un nuovo acquisto. 

La difesa, orfana di Costa, si è ben comportata a fronte della disposizione offensiva (“senza punti di riferimento”) del Chievo con Thereau centrale ed Estigarribia e Sestu sulle fasce. Il reparto è rimasto corto e compatto per tutta la partita, mantenendo le giuste distanze e la calma anche quando Corini ha iniziato a far entrare attaccanti a ripetizione. Equilibrati e propositivi i terzini De Silvestri e Regini (aiutati molto bene dagli esterni offensivi) ma, soprattutto, benissimo Mustafi. Il tedesco è strepitoso nella fase di anticipo (un pò meno quando deve impostare) e consente a Gastaldello di posizionarsi sempre correttamente alle sue spalle o in diagonale. Insomma il principio è quello del centrale veloce e di quello fisico (e meno dinamico), tattica molto usata a cavallo fra gli anni ottanta e novanta. Inoltre è bene sottolineare come questa sia la seconda gara consecutiva senza che la Samp subisca gol , cosa che non succedeva ormai da tempo immemore (e sappiamo tutti quanto questo sia importante). La difesa è equlibrata ma non perchè impregnata di tattica fino alla nausea. Lo è perchè il baricentro della squadra è più spostato in avanti e la partita viene giocata a “recuperare alto il pallone”.

Parlare di “bacchetta magica” o di “effetto Sinisa” sarebbe facile, ma scontato e terribilmente superficiale. Quello che va detto, invece, è che ora il gruppo ci crede. Crede nelle sue potenzialità, gioca la palla senza paura e pressa altissimo. I meriti di questo vanno dati a Sinisa e al suo staff, su questo non ci piove. La vittoria di Verona, pur non accompagnata da una prestazione splendida, porta alla Samp tre punti pesantissimi che, se bissati domenica, cambierebbero non poco le carte in tavola. Ora viene il bello mister: perchè si, caro Sinisa, hai convinto anche me

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