La domenica con Lei - Tanto cuore, troppa modestia - Samp News 24
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2013

La domenica con Lei – Tanto cuore, troppa modestia

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Partiamo subito col dire che la Sampdoria ha giocato con cuore, attenzione e disposizione al sacrificio. Non serviva certo questa sconfitta per capire come la corazzata di Antonio Conte fosse più forte dei blucerchiati ne tantomeno desta stupore il risultato finale. Si sono viste delle cose buone, soprattutto in fase difensiva, evidenziate da una compattezza e maturità caratteriale che affondano nelle radici del lavoro. Il gol subito, sul quale la retroguardia doriana non deve troppo “spaccarsi” la testa, è un pezzo di bravura bianconero orchestrato da Vidal e Pogba e finalizzato da Tevez. E’ paradossale ma indicativo come la Juventus, imbrigliata dalla densità della Samp, abbia segnato andando “in porta” col pallone. Insomma non sono certo nè la prestazione, nè le scelte di Rossi, nè tantomento il risultato a destare perplessità.

Il 3-5-2 ( o meglio 5-3-2) di Rossi aveva come compito quello di limitare l’iniziativa bianconera sulle fasce e di pressare alto i difensori di Conte (soprattutto Bonucci), puntando sui duelli individuali a metacampo per il controllo dei ritmi di gioco. Berardi, schierato incredibilmente titolare a sinistra, e De Silvestri a destra hanno controllato bene gli esterni juventini, aiutati anche dal campo pesante, sia sulle diagonali che nei tagli backdoor. Altrettanto non si può dire per la fase offensiva dove i due laterali doriani non si sono mai fatti vedere, nè per favorire l’alleggerimento nè sul fondo a crossare. Verissimo che badare ad Asamoah e Lichsteiner non è cosa facile ma, non restando mai alti, la Samp non è mai riuscita a fare contropiede ne cambi di gioco. Se la fase difensiva, completata dalle ottime prove di Da Costa e del terzetto Palombo-Gastaldello-Costa, è ben riuscita quella offensiva è stata pressochè nulla. Gabbiadini ed Eder si sono mossi tantissimo, sacrificandosi a turno in fase difensiva, e svariando su tutto il fronte d’attacco con grande voglia e occulatezza. Il fatto, e non è solo colpa delle punte, è che la Samp non ha mai tirato in porta. A centrocampo Eramo ha mostrato grandi difficoltà nella gestione del pallone (è normale che sia così per un debuttante) e Krsticic, sonnolento più che mai, non ha ritmato la Samp facendo appena due sciabolate di prima intenzione, suo marchio di fabbrica, e appoggiando il pallone senza grossi rischi (ma senza dare nulla alla manovra). Obiang invece ha giganteggiato nel duello con Vidal rispondendo colpo su colpo dal punto di vista fisico, dimostrando di poterci stare alla grande fra questi campioni. Il fatto è che se gli esterni non attaccano e dal centrocampo non arrivano aiuti qualitativi, la manovra risulta statica e troppo conformata a quella degli avversari. Ecco perchè, nonostante lo svantaggio, la Samp non è riuscita ad impensierire la Juventus. 

La modestia di cui parlo nel titolo si riferisce alla rosa con cui la Sampdoria si è presentata alla prima di campionato. A sinistra, complice l’assenza di Regini, ha giocato Berardi che l’anno scorso era riserva del non brillantissimo Estigarribia e l’anno prima dello spigolosissimo Rispoli, i cui palloni scagliati fuori dal Ferraris nel tentativo di fare un cross sono tuttora scomparsi. A centrocampo, dopo aver ceduto Poli e Munari e accantonato Maresca, ha giocato Eramo (debuttante assoluto) che pressa tantissmo ma non pare avere i piedi di velluto. Sono entrati a partita in corso Castellini, Mustafi e Soriano. Se Gabbiadini pare destinato a diventare un grande giocatore e rappresenta dunque un grande colpo di mercato (a metà con la Juventus) non si può certo dire che questa squadra sia completa. Non si può e non si deve perchè in palio c’è la salvezza ed è bene fare tutto il possibile per permettere a Delio Rossi di esprimere le sue grandi qualità di allenatore. Il gruppo c’è, le fondamenta anche. Qualcosa manca ed è da molto che lo diciamo. Attendiamo tutti noi fiduciosi.

 

SEGNO PIU’

Lo spirito di squadra e la compattezza.

SEGNO MENO

Le prove di Eramo e Krsticic e i cambi di Rossi, come lo zero nell’addizione. 

DA RIVEDERE

L’equilibrio fra la fase offensiva e quella difensiva. Troppo poco la prima che appesantisce inevitabilmente la seconda.

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