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La Sud contro Ferrero: «Con noi ha chiuso»

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I Gruppi della Gradinata Sud, insieme con la Federclubs, hanno diramato un comunicato ufficiale manifestando tutto il proprio dissenso verso il presidente Ferrero

La rottura tra la Gradinata Sud e Massimo Ferrero è ormai inevitabile ed evidente. A manifestare il dissenso verso il comportamento del presidente della Sampdoria, oltre alla reazione di un gruppo di tifosi al suo ingresso in campo durante la sfida contro il Napoli, è questo comunicato ufficiale che chiarisce ogni motivazione e succede alle righe scritte in merito ai cori discriminatori: «A maggio del 2016, praticamente due anni dopo il suo insediamento alla presidenza dell’U.C. Sampdoria, stanchi di tutta una serie di uscite fuori luogo e di atteggiamenti incompatibili con il decoro che la sua carica dovrebbe imporre, siamo andati a chiedere al signor Massimo Ferrero che questi continui episodi finissero, che venissero da lui rispettati la storia, i colori, la tradizione e la tifoseria della Sampdoria. Lo abbiamo fatto di persona, su mandato di un’assemblea pubblica di tifosi sampdoriani, lasciandoci con l’impegno a rispettare questa richiesta. Oggi, a due anni di distanza, e senza dimenticare uno striscione in gradinata che lo invitava a non parlare se non conosce la nostra storia».

«Prendiamo atto che tale impegno é venuto meno, con frasi ingiuriose, persino con velate minacce, e peggio ancora con un invito a “starsene a casa” per aver espresso un legittimo e largamente condiviso rammarico per l’epilogo della stagione che va a concludersi. Pertanto con noi, quelli che quando viene bene sono il 12esimo uomo in campo, quelli che sono la più bella tifoseria del mondo, il signor Ferrero ha chiuso. Non ci rappresenta né ci rappresenterà più in nessuna maniera. Due precisazioni: la rottura col sig. Ferrero non coinvolge in nessuna maniera i collaboratori della Sampdoria, che svolgono con professionalità il loro mestiere, che stimiamo e che siamo certi si sentano allo stesso modo colpiti da questi comportamenti inaccettabili; le forme di dissenso che adotteremo non avranno come teatro lo stadio di Marassi o qualsiasi altro stadio in cui sia impegnata la Sampdoria. Questa faccenda non può e non deve nuocere alla squadra, in nessun caso e per nessun motivo. Chiediamo a tutti i sampdoriani che desiderano approfondire l’argomento di presenziare alle ore 21 di martedì 22 maggio presso Sala Chiamata del Porto».

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