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L’allievo Colley: a scuola da Giampaolo, Praet e… Sala

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La stima nei confronti di Giampaolo e la voglia di puntare sempre più in alto: Colley racconta la sua avventura alla Sampdoria

Omar Colley sta ritagliandosi il suo spazio alla Sampdoria. Marco Giampaolo è soddisfatto del suo rendimento e il difensore centrale sta apprendendo il più possibile dal tecnico, come conferma sulle pagine della Gazzetta dello Sport: « È stata la gara più incredibile, delle sette giocate nel girone andata. Il match contro il club più importante che io abbia mai affrontato in carriera. Ma l’ho giocato senza pensarci troppo, cercando semplicemente di fare bene il mio lavoro. Credo che quella partita sia stata sin qui la più positiva della mia esperienza italiana, anche se poi sono sceso in capo anche nelle ultime due, con Udinese e Napoli. Il mio compito è lavorare e continuare ad imparare. L’investimento su di me è stato importante e rappresenta uno stimolo in più. Sono venuto qui a giocare, ho fatto fin dall’inizio il mio meglio. Ogni occasione che Giampaolo ha dato e mi offrirà in futuro sarà sempre considerata dal sottoscritto come la partita più importante da giocare. Solo così posso pensare di diventare grande per davvero».

«Rispetto Giampaolo e il suo lavoro. È davvero un grande tecnico – continua Colley -, abbiamo parlato a lungo quando sono arrivato qui, mi ha illustrato i suoi principi e posso solo ringraziarlo di questo. Mi sembra un uomo molto geniale a livello calcistico. Ovvio che quando non giocavo non potevo dirmi soddisfatto. Sapevo, però, che quando si fossero verificate le condizioni, lui mi avrebbe dato spazio. Dovevo solo farmi trovare pronto all’appuntamento. Ho una teoria in testa: alla fine nel calcio parla soltanto il campo, lì devo far valere le mie ragioni e dimostrare chi sono. È una crescita continua che prosegue ancora oggi. Problemi con la lingua? Mi hanno aiutato tanto Andersen a livello tattico l’estate scorsa, e più avanti anche Praet, mentre Sala mi ha dato una mano con le traduzioni in italiano. Ora capisco abbastanza bene la vostra lingua, vado a scuola, ho un’insegnante che mi segue».

Il calcio è nel DNA di famiglia: «Mio fratello Joseph, centrocampista classe ’99, gioca nell’Under 23 del Chelsea. Mio cugino Ebrima fa parte dell’Atalanta Primavera. La mia è una famiglia fondata sul pallone. A Genova mi hanno raggiunto mia moglie e mia figlia, cinque mesi di vita. Incredibile vivere a Nervi, a cominciare dal clima. Loro sono felicissimi di essere arrivati qui. Una grande esperienza, vivere in Italia. Un modello? Chiellini mi piace moltissimo come difensore e come leader assoluto in campo. E poi c’è ovviamente il mio amico Koulibaly: mi ero rivolto a lui prima di venire alla Samp, mi aveva dato ottimi consigli sul calcio italiano mentre ancora ero in Belgio. Lui è uno degli amici su cui so di poter contare sempre. Soprannomi? Non posso negarlo, erano state idee dei tifosi. Io preferisco che mi chiamino tutti semplicemente Omar. In Svezia ero “The Rock”, La Roccia, mentre in Belgio i fan del Genk mi avevano soprannominato K2. Sapete per via della corporatura e dell’altezza. Europa? Guardate la classifica e come giochiamo. Penso sia giusto continuare a puntare il più in alto possibile», conclude Colley.

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