Lanna: «Sabiri è una rivelazione. Giampaolo? Scelta ponderata»
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Lanna: «Sabiri è una rivelazione. Giampaolo? Scelta ponderata»

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Marco Lanna, presidente della Sampdoria, ha fatto il punto in vista del match contro la Roma: le sue parole sulla squadra e Giampaolo

Marco Lanna, presidente della Sampdoria, ha fatto il punto in vista del match contro la Roma: le sue parole sulla squadra e Marco Giampaolo a Il Corriere dello Sport.

PRESIDENZA«Per me è un grande onore fare il presidente per la società in cui sono cresciuto, con la quale abbiamo vinto. Qui ho vissuto un lungo periodo della mia vita, ci sono tutti gli ingredienti per essere contento e felice. Sono stato chiamato per questo ruolo così importante spero di essere all’altezza dei miei predecessori, soprattutto Mantovani che è stato il mio presidente, anche se poi sono tornato con Garrone».

CDA«Non è stato facile: questo CdA, me compreso, è stato chiamato per portare fino a fine stagione la squadra in attesa di una vendita che dovrebbe avvenire in questi mesi. Diciamo che le sfide non spaventano: ero tornato dopo il periodo d’oro della Sampdoria nel 2002, quando la squadra rischiava di finire in Serie B. Mi piacciono le difficoltà, è stato un atto d’amore, un’assunzione di responsabilità con la speranza di fare il meglio possibile».

MERCATO«Sono stato eletto presidente il 27 dicembre, ma l’insediamento c’è stato il 5 gennaio. La squadra si è ripresa, il cambio di allenatore è arrivato per dare una scossa. L’idea era quella di fare un mercato al risparmio, dovevamo anche vendere, ma a gennaio è impossibile. L’idea era quella di non indebolire la squadra e abbassare il monte ingaggi. Lo abbiamo mantenuto più o meno uguale, ma abbiamo preso giocatori di grande valore. Sensi e Rincon, ma anche Sabiri, un ragazzo arrivato in unta di piedi che ci sta dando una grande mano, può fare benissimo in Serie A, è la sorpresa di questo campionato».

D’AVERSA «Una scelta condivisa con l’area tecnica e il CdA. D’Aversa non aveva nessuna colpa, si è trovato in un ambiente difficile, con Silva che se ne era andato, la coppia centrale difensiva che non c’era più. Ha incontrato tanti ostacoli, ma aveva fatto 20 punti, non è andato via per demeriti, ma la squadra dava la sensazione di essere demotivata».

GIAMPAOLO«Seguivo la sua Sampdoria da opinionista, so quanto vale. Conosceva tanti giocatori, poteva entrare facilmente nella testa dei ragazzi. c’erano tutte le condizioni per poter ricominciare».

SAMPDORIA«La vittoria a Venezia ci ha aiutato molto, anche dal punto di vista del morale. La strada è ancora lunga, i punti di distacco dalla zona rossa sono troppo pochi, ci deve essere la massima concentrazione per non ritrovarsi nella bagarre».

FAMIGLIA«Non è stato facile, c’era un certo distacco, abbiamo lavorato un po’ tutti in questa direzione, tanti giovani sono tornati, stiamo provando a trasmettere valori di quella Samp che vinceva ed era una famiglia».

PRESIDENTE GIOCATORE«Nella prima chiacchierata che feci ho parlato da capitano anziano, non tanto da presidente, come un compagno più grande. ho messo a disposizione la mia esperienza. I giocatori sanno che hanno un presidente che è uno di loro, che conosce le dinamiche di spogliatoio».

PASSATO ALLA ROMA«Sono stati quattro anni bellissimi, nonostante non fossero arrivati risultati eccezionali- È stata una bellissima esperienza umana, sono cresciuto tanto, non solo come calciatore. Un’esperienza che ho sempre nel cuore. Domenica però il cuore dice Sampdoria, ma la Roma è la mia seconda squadra. Le auguro le migliori fortune».

ROMA«È una squadra che come negli anni passati potenzialmente potrebbe giocarsela contro chiunque, ad armi pari, ma manca un po’ di continuità. Ha giocatori tecnicamente fortissimi, può vincere contro chiunque, ma anche perdere contro tutti. Non mi aspetto una partita facile, vincere il derby dà sempre molto morale. Le motivazioni le abbiamo entrambi, il nostro pubblico ci aiuterà. Sarà una bella partita, spero di vincerla, noi dobbiamo salvarci».

MOURINHO«È sempre sul pezzo, mi sembra che sia sempre uguale, con più esperienza, è l’uomo giusto al posto giusto, a Roma anche l’allenatore deve avere grande personalità per reggere la pressione. Ha tanta esperienza. la scelta di Mourinho è tata azzeccata, conosce molto bene i suoi calciatori, sa far esprimere al massimo la rosa che ha. Può aver avuto qualche difficoltà all’inizio, ora mi sembra che tutti abbiano capito le sue idee, ha 15 giocatori che sono i suoi titolari».

RICORDI MAZZONE«Vincere quella partita mi ha regalato emozioni che mi sono rimaste dentro. Eravamo sfavoriti, i giornali ci davano per spacciati. In un derby credo che per motivarsi basti veramente poco, Mazzoni ci aveva messo alcuni titoli nello spogliatoio, ma i giornali li leggevamo comunque. Alla vigilia ci fu una polemica tra Zeman e Mazzone. Ci davano tutti per sconfitti. Vincendo in quella maniera così netta la gioia è stata indescrivibile. Mazzone? Mi ha voluto fortemente a Roma, è stato un allenatore che mi ha insegnato tanto. Io ho sempre giocato a uomo, passare da quattro a tre non è stato facile, con Aldair e Petruzzi formavamo una difesa molto forte, subivamo pochi gol. Mi sono travato bene, dal lato umano era un grande allenatore, sincero e onesto. Diceva sempre le cose in faccia e la sua prestanza fisica incuteva timore. Gli voglio molto bene, fa ancora parte di un calcio antico e vero, non abbiamo vinto tanto, ma siamo cresciuti tutti con lui, ci siamo divertiti, sapeva sdrammatizzare. Quella è stata la sua occasione più grande da allenatore, non siamo riusciti a fare qualcosa di importante, erano i primi anni di Sensi, la squadra stava crescendo, il processo è stato più lungo del dovuto, ma qualche soddisfazione ce la siamo tolta».

MANCINI E L’ITALIA«Sono tutti molto dispiaciuti, conoscevano la responsabilità che avevano. contro la Macedonia no c’è stata partita, ma nel calcio se non segni alla fine paghi. È giusto che ci sia una rivoluzione in vista del prossimo Europeo, ma il campionato non offriva grandi alternative. Non si può distruggere il grandissimo lavoro che è stato fatto in questi anni, Mancini ha fatto tornare l’amore per questa squadra. Deve restare, il progetto non può interrompersi per una partita sbagliata. La sua idea è vincente e deve portarla avanti. Per esempio ha chiamato Zaniolo quando nessuno lo conosceva, ha proposto questo gioco offensivo che da anni l’Italia non aveva. Bisogna dargli fiducia e continuare questo progetto, ma anche i club devono fare la loro parte. Con fiducia e Coraggio devono puntare sui giovani. Io ho cominciato così, partendo dal settore giovanile e Boskov mi diede tantissima fiducia. Bisogna investire sui giovani».

TIFOSO GIALLOROSSO AL DERBY«Nel derby faccio sempre il tifo per la Roma, ce l’ho nel cuore. Quando non gioca con la Sampdoria. L’ho sempre seguita perché ha avuto squadra con grandi giocatori e avrebbe meritato qualche scudetto di più».

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